Lo sport preferito dai governi? Appena si insediano distruggono il lavoro fatto dai predecessori. Facendo d’ogni erba un fascio. Per il gusto di affermare la propria “diversità”. Arrecano danni e costringono la Pubblica amministrazione a ricominciare daccapo.
Il primo atto di Giorgia Meloni va in ben altra direzione. Il consulente del Governo per gestire l’emergenza energetica sarà l’ex ministro Cingolani, che non aveva accettato di far parte della squadra del nuovo governo. Un gesto che dovrebbe convincere le opposizioni a non limitarsi ad alzare barricate contro i nuovi arrivati ma ad essere avversari-interlocutori, soprattutto sui temi di più grande impatto economico-sociale. Vedremo presto se una certa continuità ci sarà anche nella politica di Bilancio.
La legge che sarà presentata a breve al Parlamento e alla Commissione europea è il primo importante atto del nuovo governo. In campagna elettorale Meloni ha sempre invitato i suoi alleati a non fare promesse che non si potranno mantenere. Ora è il momento della verità. Draghi ha avuto una lunga interlocuzione con Meloni, le ha illustrato i limiti entro cui sarà costretta a muoversi e i rischi che sforamenti ingiustificati di bilancio, in pieno rialzo dei tassi, aggravino il cisto del finanziamento del debito pubblico.
Etica delle responsabilità
Su questo terreno ci si augura che le opposizioni non divengano alleate inconsapevoli di quella parte della maggioranza che vorrebbe allargare i cordoni della spesa, con quote pensionistiche costose e manovre sulle tasse che riducono le entrate dello Stato.
Sarebbe da irresponsabili. Le opposizioni devono essere guidate dall’etica della responsabilità non meno delle forze di maggioranza. Fatta eccezione per Conte che si appresta a cavalcare in maniera populistica il malcontento, Letta, Renzi e Calenda dovrebbero, per così dire, “aiutare” il governo a mantenere nella politica di bilancio una linea che non si discosti molto da quella seguita da Draghi. Sarebbe paradossale che chi ha fatto dell’Agenda Draghi il manifesto elettorale, dopo il voto desse una mano a chi sempre voluta sabotare la politica di bilancio del governo fatto cadere da Conte, Berlusconi e Salvini.