Il nuovo Governo italiano non deve rinnovare il memorandum Italia-Libia. È l’appello di Amnesty International riassunto in due striscioni, uno in italiano e uno in inglese, esposti sulla ringhiera di via Belvedere a Lampedusa. La scelta di questa isola non è casuale, perché è diventata la terra degli sbarchi per antonomasia. “Non sono d’accordo – Italia complice di chi tortura e uccide – Stop memorandum Italia-Libia”, è la scritta in italiano dell’appello e “Borders kill – Italy stop the funding of deadly frontiers” quella in inglese. A rimuoverli prontamente sono stati i carabinieri della stazione isolana che stanno, adesso, cercando di identificare gli autori del gesto di protesta.
Il memorandum d’Intesa tra Italia e Libia firmato nel 2017 dall’allora premier Gentiloni e dal ministro Minniti (già scaduto il 2 febbraio del 2020 e prorogato in automatico) adesso scadrà nel febbraio 2023 ma sarà rinnovato automaticamente per altri tre anni se le autorità italiane non lo annulleranno entro il 2 novembre 2022. L’accordo prevede che il Governo italiano fornisca aiuti economici e supporto tecnico alle autorità libiche (in particolare alla Guardia costiera), nel tentativo di ridurre il traffico di migranti, mentre in cambio la Libia si impegna a migliorare le condizioni dei propri centri di accoglienza per migranti. Il memorandum viene però criticato da diverse parti visto che i centri d’accoglienza libici sono spesso dei veri e propri lager e la Guardia costiera libica ha interessi diversi al soccorso in mare.