Chi indossa questo segno, è a conoscenza che la Croce è l’essenza della vita? E che entrare nella morte è già attraversarla ed entrare in una Vita eterna?
Come può sostenere l’aborto chi nello stesso momento si fregia del simbolo della vita e della Vita eterna?
Forse non sa. Non sa di essere blasfemo. O forse è empio. “Empio”, cioè “non-pio”, secondo l’etimologia del sostantivo, o “pieno”, se stiamo all’aggettivo.
“Pieno” di sé, della propria fama, del proprio potere trascinante, della propria bellezza, a tal punto da non sottostare più neanche al mero significato delle parole. Parole come blasfemia, bestemmia, …e aborto.
La parola “aborto” ha in sé la certezza che il nascituro è una vita umana, distinta da quella della madre, e non uno sfortunato “incidente”. Il sostantivo italiano “aborto”, infatti, deriva dal verbo latino “aboriri”, cioè “perire”, quindi un “abortito”, un “perito”, è un essere umano che, per perire, prima era evidentemente vivente. L’ammissione è implicita.
Molte contraddizioni, in chi sostiene l’aborto.
Per esempio, l’esaltazione della libertà e la difesa dei diritti… quelli propri, ma assolutamente non quelli degli altri, quali la libertà di uscire, secondo un diritto naturale, dall’utero materno e venire alla luce ed il diritto di ciascun individuo di vivere, anche questo assolutamente naturale, la propria esistenza. Libertà e diritti, questi, certamente contrapposti alla “libertà” di non volersi contenere e di non accettarne le conseguenze e al “diritto” di togliere la vita agli altri.
Le stesse persone, però, hanno la sfrontatezza di condannare chi non rispetta alcune minoranze, in nome del, giusto, principio secondo cui vanno rispettati i diritti di tutti… quindi anche dei più deboli…
Contraddizioni, appunto, incoerenze a cui assistiamo da anni.
Le nostre leggi andrebbero rimodellate sul diritto all’esistenza della vita già concepita. La legge 194 non è riuscita ad offuscare la coscienza dei Medici.
Il Medico è un operatore di salute e di vita, cura le malattie, il che, anticamente, era considerato un atto sacro, appartenente alla divinità, infatti la vita appartiene a Dio, noi non sappiamo crearla. Un figlio non è una malattia, che ci si porta in grembo, da curare. Semplicemente, è un’altra persona, i cui diritti vanno rispettati.
E grazie a Dio per il 70% dei Medici, obiettori di coscienza.