“Quel tuo essere al di sopra delle mode del momento”, cantava il cantautore Jovanotti nella nota canzone Seranata rap. Essere al di sopra delle mode del momento dovrebbe essere l’ambizione di ogni investitore che si rispetti e che rispetti i propri risparmi ed il proprio patrimonio mobiliare.
“È tempo di comprare Btp”; “Investo tutto nell’immobiliare”; “non voglio perdere”; “ questa volta è diverso”. Etc etc. Questi sono solo alcuni dei tanti cliché che si sentono nei momenti di volatilità.
E sì: quando si parla di soldi la prima cosa è la pancia, lasciando da parte razionalità e numeri alla mano. Uno studio pubblicato da Econopoly de Il Sole24ore nel 2016, su rielaborazione di dati di Shiller, mostra come un investimento in questo caso azionario nel periodo 1871/2016, suddiviso in ventenni e calcolando il rendimento medio annuo in ogni singola unità periodale, avrebbe dato un rendimento in media del 5% con una volatilità del 2,9%:
Perché diversificare
Costruire un portafoglio ben diversificato significa ripartirlo tra diversi strumenti finanziari e diverse asset class, mescolando quindi tra loro diverse tipologie di investimento, con l’obiettivo di ridurre l’impatto (e il rischio) che la singola attività può produrre in caso di rendimenti negativi o altri imprevisti. In altre parole, per evitare che l’intero portafoglio evidenzi performance deludenti a causa di un singolo investimento andato male o comunque molto al di sotto delle aspettative, l’investitore può e deve decidere di costruirlo distribuendo risorse e margini di incertezza su un ampio ventaglio di attività finanziarie, riducendo così di pari passo anche il rischio di concentrare le eventuali perdite su un unico strumento.
Come diversificare
La diversificazione offre quindi maggiori potenzialità di crescita perché il portafoglio non dipende dall’andamento di singole società, fondi o settori produttivi o geografici che siano: se uno o più di essi, in un determinato momento, dovessero “scendere”, gli altri potrebbero compensare o comunque equilibrare la tenuta del portafoglio. Tralasciando il di tutto un po’, si potrebbe pensare a raggiungere una buona diversificazione ragionando come gli investitori istituzionali che selezionano per classi d’investimento (azioni, obbligazioni, liquidità e immobili); per Paese (investire nei mercati internazionali significa non esporre i propri investimenti alle sorti di un unico mercato); per settori industriali (si tratta cioè di investire in un’ampia selezione di settori quali energia, servizi finanziari, industria, etc); per stili d’investimento(-trovare il giusto equilibrio tra fondi che si concentrano sulle opportunità di crescita e altri che prediligono i titoli value, ovvero attualmente sottovalutati dal mercato).
Individuazione degli obiettivi
In un interessante articolo comparso su Morningstar, vengono riportati i passi che Christine Benz, direttore della finanza personale di Morningstar e altri esperti di pianificazione suggeriscono per stabilire gli obiettivi di investimento. Il primo, senza dubbio, consiste nel fare la lista degli obiettivi e dell’intervallo temporale per raggiungerli. Temporalmente possono essere suddivisi in obiettivi a breve termine (da raggiungere in cinque anni o meno), a medio termine (da cinque a 15 anni) e a lungo termine (15 anni o più).
Il secondo passo è quello della quantificazione di ciascun obiettivo. Per quelli a breve e anche per alcuni a medio termine, dovrebbe essere semplice, ma per quelli a lungo termine, come la pensione, è più difficile. La grande incognita, in questo caso, è l’inflazione, tema quanto mai attuale.
Il terzo passo: fissare degli obiettivi SMART
Gli obiettivi devono essere Specifici, Misurabili, Adattabili, Realistici e Temporalmente definiti (SMART). Ad esempio: risparmio per stare bene quando non lavorerò più. Come misurare questa volontà? Intanto calcolando quanto si percepirà di pensione; calcolando il proprio tenore di vita attuale e quello futuro: etc etc.
Quarto passo: stabilire le priorità
È importante dare delle priorità gerarchiche ai propri obiettivi e chiamarli per nome.
Un modello standard, suggerito anche nell’articolo sopra citato, prevede il ripagare i debiti/avere un fondo di emergenza per gli imprevisti; Risparmiare per la pensione; Risparmiare per pagare l’università/istruzione ai figli; altri ed eventuali assolutamente personali.
Ultimo, ma non ultimo, la revisione periodica del portafoglio: il vantaggio degli investimenti finanziari è che sono rivedibili e adattabili, se necessario, al cambiamento del profilo di rischio o al variare del contesto, e di eliminare gli investimenti che stanno dando scarsi risultati.