Esistono oltre 400 siti di produzione situati in tutti i Paesi europei che forniscono il 70% dei farmaci dispensati e per questo la priorità, in caso di carenza di energia, è quella di garantire loro l’approvvigionamento energetico anche in caso di restrizioni in Europa.
“Dobbiamo applicare la stessa cooperazione creativa e costruttiva con le autorità sperimentata nel 2020 durante la pandemia di Covid-19 per mantenere la produzione di medicinali di fronte ai rischi dell’approvvigionamento energetico. Molti dei farmaci più critici (sterili, sostanze biologiche e antibiotici) richiedono riscaldamento e raffreddamento altamente specializzati per la loro produzione e consegna a ospedali e cliniche”. Questo l’appello di Medicines for Europe, l’associazione che rappresenta le aziende europee produttrici di farmaci generici, biosimilari e Vlue added medicines in occasione della pubblicazione del piano della Commissione Ue per far fronte a qualsiasi riduzione delle forniture di gas dalla Russia.
“Ciò richiede una fornitura continua di energia: gas o elettricità. La produzione di medicinali non può essere semplicemente disattivata per alcuni giorni e riaccesa. Anche un arresto temporaneo della produzione richiederebbe uno sforzo enorme e molto tempo prima che il nostro settore riprendesse la produzione a causa di sfide tecniche relative al controllo della temperatura, all’igiene e al controllo delle impurità e alla conformità con i requisiti delle buone pratiche di fabbricazione (GMP)”.
“Le catene di approvvigionamento di produzione di medicinali stanno attualmente operando in condizioni di enorme stress a causa della guerra in Ucraina, delle interruzioni legate al Covid, dei colli di bottiglia della logistica e dell’inflazione – conclude la nota -. Un’interruzione della produzione legata all’energia avrebbe effetti dannosi sulla fornitura di medicinali essenziali ai pazienti nell’UE e nel mondo, poiché la nostra industria è un fornitore globale di questi medicinali”.