Se nascono nuovi movimenti culturali non può che far piacere, però chiamarli proprio sardine, che, come noto finiscono pigiate in scatola per poi essere mangiate, potevano forse evitarlo. È anche vero però che i quattro giovani ideatori del movimento, Mattia Santoni, 32 anni, collaboratore di una rivista legata a Romano Prodi, Roberto Morotti, 31 anni, ingegnere, Giulia Trappoloni, 30 anni, fisioterapista e Andrea Garreffa, 30 anni, guida turistica, volevano proprio dare l’idea di stringersi forte forte come sardine attorno all’antisalvinismo. Quindi, non un caso, ma proprio scelto e voluto quel nome.
Dobbiamo rilevare che non sono poi così giovanissimi gli ideatori del movimento, ci sarebbe piaciuto che l’idea, apprezzabile o meno, politicamente, fosse venuta da ragazzi più giovani, non come la Greta Thunberg ma con meno anni di Mattia, di Roberto, di Giulia e di Andrea. Da liceali e matricole, insomma.
Basterà aver creato un movimento ittico per contrastare Salvini in quella regione? Ribadisco però che non mi sembra un movimento proprio giovanile, come invece stanno scrivendo in molti, perché grosso modo i promotori hanno in media l’età degli attuali parlamentari e ministri 5 Stelle.
Il richiamo facebook delle sardine, a Bologna, è stato “seimila sardine contro Salvini”, direi un richiamo con un “contro” di troppo e di stampo sinistrorso; peccato, perché dicevano di essere fuori dalle bandiere dei partiti. Essere contro le persone non va mai bene, soprattutto in politica.
Difficile. Molto difficile combattere le idee attaccando le persone che le esplicitano. Il salvinismo è un movimento cultural-politico di popolo che si è sviluppato per contrastare il degrado di un ambiente che non riesce più ad autotutelarsi e a dare risposte.
Il salvinismo è un’idea che è maturata nella mente di chi non vede proporsi soluzioni adeguate a problemi che altri neppure considerano problemi. È qui il salvinismo: se non capisci di essere di fronte ad un problema allora lo radicalizzo. Salvini ha radicalizzato i problemi ed è riuscito, dati i risultati, a imporsi sugli avversari politici.
Se si vuole contrastare un movimento di pensiero come quello della Lega “di Salvini” occorre proporre idee alternative e vincenti proprio sugli stessi malcontenti che il movimento salviniano evidenzia. Sparare sulla “sagoma” colpisce solo la forma ma non la sostanza.
Tutte le bandiere e gli slogan che sventola Salvini sono bandiere che ha raccolto in mezzo alla gente. E la gente ha sempre, forse meglio scrivere quasi sempre, ragione.
Le Sardine hanno iniziato dicendo “nessuna bandiera, nessun partito, nessun insulto. Crea la tua sardina e partecipa alla prima rivoluzione ittica della storia”. Non riusciamo capire. Un nostro limite naturalmente. Ma che significa? Preghiamo le sardine di spiegarci meglio questo manifesto. Il nostro giornale è a disposizione ed è disponibile ad ospitare le loro riflessioni.
Alcuni opinionisti vedono dietro al movimento delle Sardine burattinai che tirano fili e dettano strategie. Noi non ci crediamo, siamo più per un’idea sorta spontaneamente e nata per una voglia di difendere la propria regione da “quello” che da più parti è considerato il popular-fasci-sovranista.
Ben vengano anche altri movimenti spontanei, meglio se fatti da giovani, ma che elaborino manifesti e proposte concrete, non “contro” qualcuno, ma “per” qualcosa di diverso e innovativo.
Veramente un peccato che siano partite con un pensiero basato sull’essere contro, queste sardine, in un mare aperto dove c’è posto per ogni tipo di pesce. Nell’ittica, tra l’altro, c’è una grande regola: “il pesce grosso mangia il pesce piccolo”, che significa che i più potenti sconfiggono, distruggono, divorano i più deboli. Come si mette si mette, non è un bel pensare.
Staremo a vedere se da una semplice idea come quella delle sardine potrà nascere una nuova idea di politica ittica dove i pesci si sappiano rispettare a vicenda e si nutrano di altro, anziché dei loro simili.