In Italia, se si considerano i primi 20 bacini idrografici, di questi solo 4 hanno un’urbanizzazione inferiore al 10%, mentre ben 16 hanno un livello di urbanizzazione tra il 10% e il 25% ben superiore alla media italiana che è 7%.
È quanto emerso nel corso di un convegno organizzato dal WWF.
“È necessario un cambio di rotta nella gestione dei fiumi – ha detto Andrea Agapito, Responsabile Acque WWF Italia – per avviare quegli interventi di rinaturazione e riqualificazione fluviale fondamentali per restituire resilienza e funzionalità ecologica ai fiumi, già previsti ma che non vengono portati avanti. Sono questi i veri interventi urgenti di adattamento ai cambiamenti climatici che sono l’unica risposta che si può’ dare rispetto a ciò che sta accadendo in questi giorni in Italia, da Venezia a Matera”.
Nel corso dell’incontro il WWF ha presentato il report “Liberiamo i fiumi”, con le 5 proposte per uscire dall’emergenza e ricostruire un rapporto sano con gli ecosistemi d’acqua dolce, che forniscono indispensabili servizi ecosistemici:
1) Adeguare, integrare e rendere operativo il “Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
2) Rilanciare le autorita’ Distretto, adeguatamente rafforzate sul piano istituzionale e organizzativo, come previsto dalle Direttive europee “Acque” e “Alluvioni” , che dovranno realizzare infrastrutture verdi e rinaturazione per ridurre il rischio idrogeologico;
3) Promuovere il ruolo delle “città metropolitane” come laboratori dell’adattamento ai cambiamenti climatici su area vasta;
4) Garantire necessarie risorse economiche per mitigazione rischio e il miglioramento dello stato ecologico dei corpi idrici;
5) Fermare il consumo del suolo, con una chiamata alla responsabilizzazione dei Comuni. “Il report WWF presentato oggi è un vero fiume in piena con osservazioni e dati. Speriamo che il governo li accolga perché la rinaturazione è l’unica strada possibile per la sicurezza di persone e ambiente”, ha detto la presidente WWF Donatella Bianchi. Secondo il WWF in Italia esiste un problema di corretta applicazione delle Direttive Acque e Alluvioni per avere corsi d’acqua messi in sicurezza salvaguardando il loro buono stato ecologico.
Un problema legato alla prevenzione del rischio idrogeologico e di intervento sulle emergenze che deve tenere conto della “variabile aggiuntiva” del cambiamento climatico, e un problema di competenze in materia di dissesto idrogeologico e di regia degli interventi. Su consumo di suolo il WWF chiede ai Comuni di gestire più oculatamente la propria pianificazione urbanistica, ad esempio adottando lo strumento del bilancio di consumo di suolo “ero” procedendo a ridisegnare le nostre città attraverso un processo di recupero, riassestamento e superamento del modello dispersivo degli insediamenti (spinkling) oggi dominante in Italia. (Italpress)