Il rischio più elevato è quello che si crei la miscela peggiore: inflazione alta, costo del denaro in crescita, aumento degli oneri per il debito pubblico, frenata dei consumi e degli investimenti, con aziende in affanno, occupazione in flessione e famiglie in forte difficoltà. Draghi ha tutte le carte in regola per guidare con saggezza la nave in mezzo alla tempesta che si avvicina. Ma a una condizione: che l’equipaggio della maggioranza non si trasformi in una ciurma litigiosa che pensa solo al bottino elettorale del voto del 2023.
Non nascondiamoci dietro un dito. l prossimi mesi saranno molto difficili per il nostro Paese. L’aumento dei tassi deciso dalla Bce riporta in primo piano la malattia che pesa di più sul destino dell’ Italia: l’enorme debito pubblico accumulato in decenni di finanza allegra e squinternata.
La sospensione del patto di stabilità per tutto il 2023 non ci può lasciar dormire sonni tranquilli. Perchè l’aumento degli spread peserà come un macigno sulle prossime emissioni dei titoli del debito pubblico e sul rating complessivo del sistema Italia.
Il rischio più elevato è quello che si crei la miscela peggiore: inflazione alta, costo del denaro in crescita, aumento degli oneri per il debito pubblico, frenata dei consumi e degli investimenti, con aziende in affanno, occupazione in flessione e famiglie in forte difficoltà.
Il tutto in uno scenario poco rassicurante per gli elevati prezzi dell’energia che potrebbero comportare un autunno/inverno con il cappotto in casa e in un ufficio.
Un’altra emergenza, come se non bastassero quelle della pandemia e della guerra.
Per fortuna alla guida del Governo abbiamo il massimo esperto europeo nella gestione delle crisi monetarie, l’uomo che ha salvato l’euro e che conosce più di altri i meandri della finanza pubblica e del sistema creditizio italiano, essendo stato Direttore generale del Tesoro e Governatore della Banca d’Italia.
Draghi ha tutte le carte in regola per guidare con saggezza la nave in mezzo alla tempesta che si avvicina. Ma a una condizione: che l’equipaggio della maggioranza non si trasformi in una ciurma litigiosa che pensa solo al bottino elettorale del voto del 2023.
I segnali non sono incoraggianti. Salvini non vedeva l’ora di trovare pretesti per tornare a uno dei suoi hobby preferiti: attaccare la perfida Europa che, ai suoi occhi, mira solo a depredare l’Italia.
Conte è sempre tentato di alzare la voce per dimostrare ciò che non è più reale: il peso numerico del M5S che in Parlamento nonostante la fuga di un terzo degli eletti è ancora il primo partito mentre nel Paese è il quarto.
Forza italia è sempre più sulla scia di Salvini su una strada che sconfessa la tradizione originaria del partito fondato da Berlusconi. A fianco di Draghi ci sono Letta, Renzi, Calenda e anche Bersani, insieme a ministri politici equilibrati come Brunetta, Giorgetti, Gelmini, Carfagna. Basterà? No se i partiti speculeranno cinicamente sulle difficoltà senza impegnarsi a trovare soluzioni efficaci. Ma anche sindacati e imprenditori sono chiamati a fare la loro parte. Mai come adesso serve una politica concordata su redditi e investimenti.