“La Ue finanzi le imprese della pesca per la cura del nostro mare, sostenendo chi recupera plastica e rifiuti”. A lanciare la proposta, in occasione del V Congresso dell’Effat (Federazione europea dei sindacati dell’agroalimentare e del turismo) a Zagabria, è stati il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota.
Il sindacalista ha puntato l’accento su questo aspetto: “dobbiamo fare in modo – ha detto – che l’Europa finanzi le imprese della pesca per la cura del nostro mare, sostenendo chi recupera plastica e rifiuti. Anche a livello legislativo, serve una norma europea che riconosca questo ruolo attivo, partecipato, ai nostri pescatori, che sono sentinelle del mare, ma negli ultimi anni hanno visto ridursi gravemente redditi e giornate di lavoro”. “Guardiamo alle tante aree di crisi – ha aggiunto – e guardiamo anche all’escalation di certe guerre commerciali che non preannunciano nulla di buono per lavoratrici e lavoratori, in particolare per chi opera nel Made in Italy e nel Made in Europe, e che rendono necessarie diverse compensazioni a tutela di lavoratori e produttori”.
Rota ha, poi, chiesto di intensificare i rapporti con la Fai Cisl e tutti i sindacati italiani di categoria, anche fissando un meeting annuale che riporti le azioni della Federazione europea. In chiusura, Rota ha ringraziato Harald Wiedenhofer, segretario generale uscente, ed Ermanno Bonaldo, presidente aggiunto, per il lavoro svolto, augurando buon lavoro a Kristjan Bragason, eletto nuovo segretario generale.
In base alle stime europee sul rapporto annuale delle risorse economiche nazionali nei paesi dell’Unione, la pesca in Italia impiega 47.000 posti di lavoro di cui il 69% nella risorsa primaria, il 12% nell’acquacoltura, il 14% nel settore della trasformazione e il restante 4% nelle attività connesse. La Sicilia occupa il primo posto nel settore della pesca che impiega il 22% del capitale umano seguita a ruota dalla Puglia con il 14% delle risorse impiegate e dalle altre marinerie concentrate nell’Adriatico come Veneto, Marche, Emilia Romagna queste ultime con un impiego delle risorse che oscilla tra il 6 e l’8% . Fanalino di coda l’Abruzzo con il 4%mentre il resto delle regioni esprime in percentuali un impiego delle risorse pari al 3% .