Nel 2020 il fatturato delle imprese dei settori ad alta tecnologia ha evidenziato un calo del 2,3% (valori mediani), con una quota di soggetti in crescita del 45%, evidenziando risultati meno negativi rispetto a quelli osservati per il sistema economico nel suo complesso. È quanto emerge dal Monitor dei settori ad alta tecnologia realizzato da Intesa Sanpaolo.
In questa edizione del Monitor sono analizzati i risultati economico-finanziari di 12.765 imprese specializzate in settori ad alta tecnologia (aerospazio, ICT, farmaceutica, biomedicale, TLC) nel biennio 2019-2020, focalizzando l’attenzione sull’evoluzione del fatturato, e su alcuni indicatori di redditività, finanziari e patrimoniali.
Anche in termini di margini e indicatori reddituali il rallentamento è stato meno intenso delle attese. La specializzazione in settori che hanno risentito meno del crollo della domanda e delle chiusure ha permesso di registrare un calo del giro di affari più contenuto rispetto al panorama italiano.
La performance dei settori ad alta tecnologia riflette però un’elevata dispersione dei risultati per specializzazione produttiva: ai buoni risultati della farmaceutica, dei servizi ICT e delle TLC, si contrappongono i dati negativi di biomedicale, commercio e soprattutto aerospazio. La divaricazione è elevata però anche all’interno dello stesso settore.
Le imprese della farmaceutica hanno colto le opportunità legate alla maggiore richiesta di prodotti sanitari anti-Covid (inserendosi anche nella filiera della produzione di vaccini), controbilanciando la minore domanda per tutte quelle tipologie di beni non necessari nel contrastare l’emergenza sanitaria. Nel settore biomedicale invece l’incremento della domanda di presidi medici (medical devices) per contrastare la pandemia non ha controbilanciato il crollo della richiesta di tutte le altre tipologie di prodotti. Non mancano però eccezioni, come nel caso del polo biomedicale di Mirandola.
Nell’ICT, da un lato i processi di digitalizzazione imposti dalla pandemia hanno accelerato la domanda per alcune tipologie di hardware informatico e per le comunicazioni indispensabili per rispondere alle nuove esigenze del lavoro da casa e della didattica a distanza, ma è calata la domanda per altre tipologie di beni, legati all’organizzazione di eventi, strumentazione per ufficio, etc. Nelle TLC, la crescente domanda di connettività ha sostenuto le performance degli operatori nelle infrastrutture e/o nelle reti virtuali, mentre la crescente pressione competitiva impatta le performance dei principali operatori telefonici. A subire le conseguenze più drammatiche della pandemia è però il settore dell’aerospazio, che sconta il crollo del traffico aereo.