Il paradosso: i kingmaker, Letta, Salvini e Renzi, litigano tra loro. Gli unici superpartes che potrebbero gestire la regia sono Draghi che guida una ampia maggioranza, e Mattarella che non ha ambizioni personali. Ma hanno le mani istituzionalmente legate.
E siamo all’impasse
Berlusconi è sicuro dei no di Pd e 5S ma non dei sì. Per stare tranquillo dovrà cercar almeno un’ottantina di voti extra. Ma ilcentrodestra lo sosterrà compatto? Il sospetto troverebbe un’autorevole conferma in una lettera che Denis Verdini dagli arresti domiciliari avrebbe – inviato ai fedelissimi del Cavaliere, Confalonieri e Dell’Utri. Se confermato, questo è il ragionamento di Verdini Silvio fa bene a provarci; se avrà tutti i voti del centrodestra ma non ce la farà, si deve ritirare con dignità e consentire a Salvini di fare il kingmaker. Mai e poi mai Forza Italia si deve sfilare dal centrodestra in caso di sconfitta del Cavaliere. Ma se Silvio non ottenesse neanche tutti i voti del centrodestra sarebbe un disastro. Fin qui l’ipotetico Verdini-pensiero. Ma il voto è segreto e quindi è difficile sapere chi vota chi.
Il gioco dei tre kingmaker: Salvini, Letta, Renzi
Letta punta a trovare un consenso ampio che non escluda il centro-destra. Ma rifiuta sia Berlusconi sia l’idea che il centrodestra abbia una sorta di diritto di prelazione sul Colle. Non vuol bruciare Draghi e tiene le carte coperte.
Salvini ha le mani legate. Fin quando in campo c’è Berlusconi non può muoversi. Ma se il Cavaliere si ritirasse e giocasse d’anticipo indicando lui un altro candidato, Salvini sarebbe fuori gioco e sarebbe la sua fine politica.
Renzi aspetta prudente che gli altri facciano le prime mosse , sicuro che non avranno successo e che alla fine sarà lui a tirar fuori il jolly che spariglia tutto e trova d’incanto la soluzione. Chissà.
Il regista che non c’è
Per trovare un candidato che garantisca tutti servirebbe un autorevole personaggio capace di costruire pazientemente il consenso su una personalità che tranquillizzi tutti. I leader di partito hanno pessimi rapporti tra loro. Per dirla con eufemismi, Renzi e Letta non si amano, Salvini e Meloni sono concorrenti. Impensabile che si mettano intorno ad un tavolo per giocare a carte scoperte. E allora? Aspettiamo. La politica italiana a volte trova le soluzioni per sfinimento.