sabato, 16 Novembre, 2024
Società

L’adunata dei 1.009 grandi elettori e le pillole di saggezza di fine anno del Presidente Mattarella

Il presidente della Camera dei deputati, come prevede l’articolo 85 della Costituzione, il 4 gennaio scorso, ha convocato in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali per le ore 15 del 24 gennaio prossimo.
Sono l’emerito Presidente della Repubblica – senatore a vita – unitamente agli altri 5 senatori a vita di nomina presidenziale, i 58 delegati regionali ed i 945 senatori e deputati che si riuniranno, dopo sette anni, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.

Sarà un momento pieno di solennità, di emozioni e di qualche tensione anche per il protrarsi di quest’aria pandemica; ma si confida che tutti i grandi elettori siano animati dalla massima irreprensibilità e dalla necessaria buona volontà di fare presto e bene, benché non mancheranno delusioni, amarezze ed incomprensioni verso quegli elettori voltagabbana, non allineati ovvero recalcitranti agli ordini di scuderia.

Un settennato vivace e dinamico, “sette anni impegnativi, complessi, densi di emozioni: mi tornano in mente i momenti più felici, ma anche i giorni drammatici…”, così li sintetizza il Presidente Mattarella, nell’ultimo suo discorso di fine anno, dal Colle.
Il riferimento è palese, oltre che ai cinque governi (Renzi, Gentiloni, Conte1, 2 e Draghi), alla pandemia da Covid-19 che, da oltre due anni, ha alterato ogni equilibrio umano, familiare, sociale, politico ed economico.

La frantumazione dei partiti e la proliferazione di altri, in tutti gli schieramenti: a destra a sinistra ed al centro, in questa legislatura, rendono ancora più complicato il lavoro di tessitura e di incanalamento di scelte univoche da parte dei grandi elettori, molti dei quali artefici e/o protagonisti di questo quadro politico.
E, forse, non a caso, il Presidente Mattarella, negli auguri di fine anno, ha marcatamente suggerito il profilo e ricordato i compiti del suo successore, affermando che:
“La Costituzione affida al Capo dello Stato il compito di rappresentare l’unità nazionale.” “Unità istituzionale ed unità morale sono le due espressioni di quel che ci tiene insieme. Di ciò su cui si fonda la Repubblica.”
Crede che ciascun Presidente della Repubblica, all’atto della sua elezione avverta due esigenze di fondo: “spogliarsi di ogni precedente appartenenza e farsi carico esclusivamente dell’interesse generale, del bene comune come bene di tutti e di ciascuno.”

Sembra un puntiglioso passaggio di consegne quando afferma, proseguendo nel discorso: “E poi salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore e che – esercitandoli pienamente fino all’ultimo giorno del suo mandato – deve trasmettere integri al suo successore.”

Si apre anche all’ampia libertà di critica sul suo operato, confessando …”che mi sono adoperato, in ogni circostanza, per svolgere il mio compito nel rispetto rigoroso del dettato costituzionale.”
Conclude affermando che: “È la Costituzione il fondamento, saldo e vigoroso, della Unità nazionale. Lo sono i suoi principi e i suoi valori che vanno vissuti dagli attori politici e sociali e da tutti i cittadini.”

Una preziosa lezione di vita che non potrà non facilitare il compito dei grandi elettori, tra i quali i 58 delegati regionali da eleggere come prevede l’articolo 83 della Costituzione. Nella prassi consuetudinaria la terna sarebbe costituita dal Presidente o Governatore di ciascuna regione, da un esponente della maggioranza da questi indicato e da un esponente dell’opposizione (cosiddetta minoranza).
La partecipazione dei delegati regionali, “un minimo ampliamento” del parlamento stesso, è stato frutto di un dibattito e compromesso tra i padri costituenti proprio perché il Presidente riceva un’investitura più ampia, comunque rafforzata dalla maggioranza qualificata dei due terzi dell’assemblea nelle prime tre votazioni nominative a scrutinio segreto.

E sarà anche l’ultima elezione del Presidente della Repubblica da parte di un numero così consistente di grandi elettori dall’avvento delle Regioni a statuto ordinario, nel 1970. Le successive elezioni saranno nelle mani di appena 658 grandi elettori.

Agli italiani tutti, del Presidente Mattarella, rimane – tra l’altro – dal suo discorso di fine anno, più che un decalogo sulla Costituzione e sui doveri dell’Inquilino(a) del Colle.

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