Il 30 novembre è la data in cui i beer lovers italiani possono riscoprire l’affascinante e variegato mondo delle birre artigianali scozzesi. In questa data infatti viene commemorato il Saint Andrew’s Day, il giorno dedicato a Sant’Andrea apostolo patrono di Scozia, una festività molto sentita dagli scozzesi, che la celebrano con canti e balli tradizionali accompagnati da abbondanti piatti tipici (quali l’haggis e il cullen skink, una densa zuppa a base di eglefino affumicato, patate e cipolle) e da fiumi di birre artigianali locali. La Scozia vanta una tradizione di produzione artigianale di birre che prosegue ininterrotta da ben cinque millenni, arrivando fino alle oltre 90 birrifici artigianali presenti oggigiorno nel Paese. Il mondo delle birre artigianali scozzesi, dunque, è inscindibilmente legato alla tradizione locale, di cui è parte la leggenda di come Sant’Andrea divenne il patrono del Paese. Scozia, tardo VIII secolo: a pochi chilometri dalla odierna Edimburgo, il re Óengus II dei Pitti si prepara con i suoi soldati all’ennesima, dura battaglia contro gli angli, le cui truppe sono numericamente superiori.
Il re si inchina a pregare Sant’Andrea, molto venerato nel Paese, promettendogli che, se avesse vinto per sua grazia lo scontro, lo avrebbe eletto come loro santo patrono. All’improvviso, in cielo appare un segno: una nuvola incrociata a X, come la croce su cui otto secoli prima fu martirizzato Sant’Andrea. Indicando l’apparizione divina, Óengus II incoraggia dunque le truppe, affermando che, grazie alla protezione del Santo, la vittoria sarebbe stata loro. Così fu, e da allora Sant’Andrea divenne patrono di Scozia, la sua croce (bianca su sfondo azzurro, come la nuvola apparsa quel giorno in cielo) fu posta come simbolo della bandiera nazionale e a tutt’oggi appare sui tetti di molte abitazioni storiche, nella convinzione che impedisca alle streghe di passare dal camino.
Quando si parla di birra non bisogna dimenticare un ingrediente fondamentale: l’acqua, che in Scozia ha caratteristiche organolettiche uniche al mondo, che influenzano tanto le birre quanto gli Scotch whisky e il gin. Inoltre, diversi birrifici stanno riproponendo antichissime ricette, spesso risalenti ai tempi dei Celti, che prevedevano l’utilizzo di erbe amaricanti ed essenze vegetali o floreali di vario genere al posto del luppolo (visto l’alto costo dell’importazione e la scarsa reperibilità): ad oggi è possibile assaporare birre realizzate con aghi di abete, pigne, fiori di erica, bacche di sambuco, alghe marine e uva spina. Tradizione e originalità sono quindi le due direttive solo apparentemente contraddittorie che innervano la realtà delle birre artigianali scozzesi.
Una realtà che è possibile scoprire grazie all’iniziativa di Scottish Development International (SDI), l’agenzia ufficiale del governo scozzese che promuove i rapporti commerciali tra la Scozia e i mercati esteri. Scotch Ale o Lager, maltate o luppolate, torbate o aromatiche: per conoscerle meglio, in occasione della festa di Sant’Andrea, si può fare riferimento a Cantina della Birra (cantinadellabirra.it), la più grande vetrina per le birre artigianali in Italia.