Una crescita che diventa il fiore all’occhiello per le 12 mila imprese metalmeccaniche Italiane. Nel trimestre aprile – giugno 2021 -, l’attività produttiva metalmeccanica è cresciuta del 2,1% rispetto al trimestre precedente. Il risultato arriva dopo il +1,3% segnato a gennaio-marzo. In termini tendenziali la crescita è addirittura del 47%. Un dato che riportata il settore metalmeccanico a volumi di produzione pre-Covid. Non è poco perché per altre attività produttive il recupero è previsto per fine anno se non per il 2022.
Federmeccanica soddisfatta
È il quadro che emerge nell’indagine dell’industria metalmeccanica italiana realizzata da Federmeccanica – la federazione che associa 12mila imprese del settore che celebra il 50° dalla fondazione -, che evidenzia come complessivamente nel primo semestre dell’anno i volumi di produzione siano cresciuti del 29,9% rispetto allo stesso periodo del 2020 e risultino sostanzialmente in linea con i livelli del primo semestre del 2019.
La ripresa si consolida
Questi risultati sono dovuti alla crescita della domanda interna, e del commercio mondiale che ha prodotto ricadute positive sull’interscambio commerciale. In particolare nel primo semestre del 2021, le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute del 31,3% (su livelli superiori, dunque, rispetto al +24,2% registrato per l’intera economia) e le importazioni del 35,7%. Nel confronto con il periodo pre-Covid, ovvero con il primo semestre del 2019, l’export metalmeccanico è del 5,2% superiore.
Cassa integrazione in discesa
Nello stesso periodo, segnala Federmeccanica, è diminuito anche il ricorso alla cassa integrazione e si è assistito ad un’inversione delle tendenze negative delle dinamiche occupazionali nelle imprese metalmeccaniche con oltre 500 dipendenti. A giugno i livelli occupazionali nelle grandi imprese del settore sono aumentati dell’1,2% rispetto a dicembre 2020.
Futuro e incognite
Le aspettative delle imprese sono di ulteriori recuperi dell’attività produttiva, anche se vi sono ancora fattori di incertezza, legati all’evoluzione della pandemia e alla dinamica dei prezzi delle materie prime e alla loro disponibilità sul mercato.
L’indagine ha coinvolto le imprese del settore: la gran parte (93% rispetto al precedente il 84%) ha risentito del rincaro dei prezzi dei metalli e dei semilavorati in metallo utilizzati nei processi produttivi. Il 72% delle imprese ha dichiarato di avere difficoltà di approvvigionamento dei metalli e semilavorati, soprattutto per la loro scarsità sul mercato e un allungamento dei tempi di consegna. In questa situazione si rischia un’interruzione dell’attività produttiva secondo il 21% delle imprese intervistate (rispetto al precedente 14%) e il 64% delle imprese si attende che la tendenza rialzista dei prezzi possa durare nei prossimi mesi.