Permesso di soggiorno per la migrante vittima di violenza.
La Cassazione (sentenza 19986/2021) ha accolto il ricorso di una donna nigeriana, che segregata per un mese, aveva subìto tentativi di violenza; il tutto durante la traversata del deserto ed in Libia, quale paese di transito. Per i maltrattamenti aveva perso il figlio che aspettava dal compagno (il secondo) e gravi ripercussioni avevano inciso sulla sua salute. Dunque la migrante ha diritto e non le può essere assolutamente negato il permesso di soggiorno per motivi umanitari: poiché – seppure in mancanza dello status di rifugiato o della protezione sussidiaria – è indispensabile garantire una tutela in seguito ad abuso, se le condizioni psicologiche del soggetto lo rendano mentalmente fragile.
ENEA, IL PRIMO MIGRANTE
La donna aveva avuto un figlio nel 2016 in Italia: segnale di integrazione ritenuto dirimente per la Cassazione. L’integrazione che nel mito virgiliano sancì anche l’arrivo – e la congiunzione tra due popoli, quello greco e romano – di Enea; l’eroe che hoc posito affonda le radici della sua storia nella mitologia greca così come in quella romana. Enea, il primo ‘migrante’ della storia e del mito: quello di Virgilio, descritto magnificamente nell’Eneide. Egli giunse in Italia insieme con alcuni profughi troiani, ed il suo approdo significò l’inizio della nascita di Roma e con suo figlio Iulo (o Ascanio) della gens Iulia di Cesare ed Augusto.
LA LUNGIMIRANZA VS LA GLORIA
L’Enea di Virgilio, così diverso da quello descritto da Omero dell’Iliade: l’eroe proteso alla strenua affermazione di sé e della sua gloria, che diviene poi nell’Eneide un uomo più solido, denso nel suo equilibrio, maturo, assai meno fatale dell’impavido guerriero che aveva combattuto contro Achille, eppure forte delle caratteristiche qualità concepite dai romani come indispensabili doti di capo – pius, dedito ad un destino più grande e pronto al sacrificio per la sua gente: giusto. Dotato di una più ampia visione, della lungimiranza in grado di progettare un futuro per sé e per il suo popolo e alla ricerca di una nuova terra, e che rinunci al breve disegno di fama e gloria omerico.
IL DIRITTO DI RESTARE
Questa la grandezza d’animo di un re; questo il coraggio di chi genera vita perché spera e vede più in là del presente. Enea emigra ed origina vita, ha il diritto di restare per ciò che ha passato; vicino nonostante l’abisso tra le due vite, a questa madre che ottiene il diritto di restare in forza della violenza subita e di un figlio che ha generato in terra straniera, quella che desidera come sua.