Amnistia ed indulto sono sempre il sogno dei condannati – detenuti e non – nonché dei loro familiari, per poter iniziare un nuovo percorso di vita all’insegna della legalità.
Non sono molte le persone che hanno effettiva cognizione del mondo carcerario – del quale tutti dovremmo, invece, conoscere bene l’esistenza – fatta eccezione per gli addetti ai lavori, di cui i primi – a stretto contatto – sono proprio gli agenti della polizia penitenziaria, i loro familiari ed il personale di supporto per la rieducazione e reinserimento sociale del detenuto, poiché le pene, non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, come prevede l’articolo 27 della Costituzione.
Amnistia e indulto diventano sempre più necessari per una serie di motivazioni, non esclusa la vita non esattamente in linea con le norme nazionali ed europee (sovraffollamento carcerario e lungaggine dei processi).
L’ultima amnistia risale al 1990, concessa col d.p.r. del 12 aprile n. 75, per i reati commessi fino al 24 ottobre 1989 ( data di entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, divenuto, in parte, nuovamente vecchio). L’Amnistia è provvedimento di clemenza che estingue il reato commesso per il quale lo `Stato rinuncia alla pretesa punitiva, a differenza dell’indulto che estingue la pena inflitta, in tutto od in parte o viene trasformata in altra di minore entità.
Fino al 1992 amnistia ed indulto erano prerogative del Presidente della Repubblica; da tale data, in forza della modifica apportata all’art. 79 della Costituzione, tali provvedimenti di clemenza devono essere votati in Parlamento con la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale.
Nel 2000 fu il papa Wojtyla a farne appello, sollecitando un gesto di clemenza nel documento per il Giubileo nelle carceri, rinnovato il 14 novembre del 2002, ospite in Parlamento, platealmente accolto con uno scrosciante applauso da tutta l’Assemblea in seduta comune.
Normalmente le concessioni di amnistia ed indulto sono scelte eccezionalissime collegate ad eventi pubblici anch’essi di portata eccezionale.
L’ indulto è stato concesso nel 2006 ai detenuti e ai condannati in via provvisoria non carcerati con sconto di pena di tre anni per determinati reati.
Forse la pandemia da COVID-19, con le sue tragedie umane e strascichi di tipo economico e sociale potrebbe essere considerato “evento eccezionale”, visto che da essa ne sono scaturiti, doverosamente, provvedimenti economici e fiscali senza precedenti da parte del Governo e del Parlamento.
Occorre investire molto sulla prevenzione dei reati in tutti gli aggregati sociali, ad iniziare dalla cellula più piccola che è la famiglia, attualmente sofferente e bistrattata su più fronti, garantendo servizi e protezione ai piccoli sin dai primi passi prima che non siano dominati e lusingati dalla devianza.