Grillo rivendica il suo ruolo di visionario. Ma dove hanno portato le sue visioni e quelle di Gianroberto Casaleggio? Ai rapidi successi elettorali sono seguiti deludenti risultati nell’azione di governo nazionale e locale e un disastro nella vita interna del Movimento. Conte è l’ultima carta, con una sua credibilità conquistata sul campo.
Un vero leader sa quando è giunta l’ ora di farsi da parte. Altrimenti non è un leader ma un narcisista innamorato di se stesso che non ama la sua creatura. E rischia di diventare il Saturno che divora il figlio.
Beppe Grillo ha saputo usare la sua straordinaria comicità per costruire sulle ceneri di una politica boccheggiante, a destra e a sinistra, un movimento di protesta cresciuto vorticosamente.
Il sodalizio con Casaleggio padre ha aggiunto una confusa idea di democrazia diretta da esercitare attraverso la rete usando una piattaforma cui è stato dato -forse inconsapevolmente-il nome di Rousseau campione non certo della democrazia pluralista ma della forma più sottile e insidiosa di totalitarismo. Rousseau scriveva: ” il popolo è una moltitudine cieca, la quale spesso non sa ciò che vuole, perché raramente conosce quel che è bene per lei»
LE MACERIE DI POPULISMO E DEMAGOGIA
Cavalcare la tigre della rabbia montante è stato facile. Governarla un fallimento. E veniamo alle visioni. La famosa democrazia diretta sulla rete doveva sbaraccare quella parlamentare: si è ridotta a consultare con modalità che hanno brillato per trasparenza una platea di 120.000 iscritti…Se si pensa che alle primarie del Pd vanno a votare 3 milioni di persone….E’ diventata legittimazione di scelte fatte da un sinedrio di pochi “illuminati” ed è miseramente finita con la diatriba sul possesso dei dati. E la vita interna del Movimento è diventata un inferno, dilaniata da scissioni, correnti, espulsioni?
Il populismo sfrenato ha prodotto leggi flop: il cosiddetto decreto Dignità ha ridotto invece che aumentare le possibilità di assunzione, il reddito di cittadinanza concepito come anticamera di nuova occupazione e c è diventato un ombrello anche per distribuire soldi a delinquenti, evasori e truffatori . Bastava ampliare il reddito di inclusione. E che dire del giustizialismo? Mai con in questi anni la magistratura ha subito il peggiore crollo di credibilità della sua storia cui si aggiunge l’obbrobrio del processo infinito senza prescrizione. E l’ambientalismo? E’ finito negli slogan contro gli inceneritori e ci ha regalato l’immondizia che foraggia i cinghiali. E che dire ancora dei NO Tav, Ilva e Tap? Tutte visioni, spesso allucinazioni di cui nessuno ha nostalgia.
GRILLO PADRE NOBILE E CONTE CON LE MANI LIBERE
Il Movimento 5 stelle non ha bisogno di un visionario che su un problema familiare delicatissimo scantona in modo disonorevole e che impone a Draghi l’istituzione del salvifico Ministero per la Transizione ecologica ma sbaglia a indicare il nome del titolare…
Grillo dovrebbe accettare di restare il padre nobile che ogni tanto dà consigli ma si chiama fuori dalla partita. Per riprendersi, il Movimento ha bisogno di una persona più equilibrata, forse anche un po’ grigia rispetto allo scoppiettante Grillo, ma che la sua credibilità se l’è conquistata sul campo guidando due difficili Governi. Conte in questo momento è l’ultima carta che il M5S può giocarsi. Ma deve poter avere le mani libere. Se rimane su di lui l’ombra di Grillo il Movimento si fermerà.Definitivamente.