“Scendiamo oggi in piazza per chiedere alla politica e al Governo di avere rispetto per il lavoro, per i lavoratori e le lavoratrici. Oggi chiediamo la proroga del blocco dei licenziamenti ancora per quattro mesi per avere la possibilità di parlare di riforma degli ammortizzatori sociali, per poter parlare di politiche attive del lavoro, di formazione e di qualificazione professionale”.
Così il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, oggi a Bari, una delle tre piazze simbolo della manifestazione nazionale dei tre sindacati ‘Ripartiamo, insieme. Con il lavoro, la coesione e la giustizia sociale per l’Italia di domani’, organizzata da Cgil, Cisl e Uil a Torino, Firenze e appunto Bari. “Per avere la possibilità di far ripartire questo paese nel rispetto della vita.
Abbiamo un’emergenza nazionale che sia chiamano morti sul lavoro. Ieri qui in Puglia altri due incidenti mortali. E riscontriamo un altro fenomeno cioè quello di voler recuperare il profitto mancato durante il periodo della pandemia e questo sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici”. “È singolare che noi quest’anno – ha aggiunto il segretario della Uil – abbiamo speso più di 170 miliardi ma il 70% è andato alle aziende e lavoratori autonomi. Ma senza alcuna selezione, dando risorse anche a quelle che avevano la sede legale nei paradisi fiscali, facendo utili in Italia ma senza pagare le tasse in questo Paese. Gli aiuti erano giusti – ha spiegato Bombardieri – tutti hanno bisogno di una mano ma quando si parla di blocco dei licenziamenti serve una selezione. Ma quale?
Quella dei codici Ateco sulla quale sta indagando la magistratura di Bergamo per la violazione delle norme sulla sicurezza? Quella dell’identificazione delle filiere? Come si fa a salvaguardare il tessile e a non salvaguardare, per esempio, chi produce i bottoni che applica un altro contratto?” Per il segretario Uil: “Abbiamo sempre dato disponibilità a un confronto, a un accordo.
Abbiamo chiesto tempo fa un patto sociale per far ripartire un Paese. Ma per farlo bisogna essere in due. Da parte nostra c’è disponibilità, ma dall’altra parte abbiamo trovato dei muri. Non vorrei fossimo costretti ad abbatterli. Con il presidente Draghi – ha proseguito Bombardieri – c’è un dialogo costante ma c’è una diversità di vedute, quella che viene chiamata ‘la mediazione Draghi’ è la posizione di Confindustria, noi chiediamo che quella scelta venga modificata”. Il rischio di una tensione sociale al limite?
“Noi lo denunciamo da tempo e quando lo facciamo qualcuno ci accusa di essere terroristi. Ma noi siamo realisti: andiamo nelle aziende, incontriamo i lavoratori, sappiamo la rabbia e l’esasperazione che c’è. La piazza chiede lavoro e abbiamo bisogno di tempo per trovare le risposte. Pensiamo che sia corretto appellarci al senso di responsabilità di tutti per affrontare questo tema”.