“L’idea di una federazione fra i partiti che sostengono il Governo la trovo intelligente, serve a difendersi dall’aggressione della sinistra che pretende di imporre le proprie politiche in maggioranza. Mi sembra utile un maggior coordinamento, aiuta il lavoro”.
Così la leader di FdI, Giorgia Meloni, in un’intervista al Corriere della Sera, che sull’idea di un partito unico dice: “Ho sempre pensato che le specificità di ogni partito siano la forza del centrodestra. Rappresentiamo più del 50% degli elettori: omologare tutto ci farebbe perdere più di quanto potremmo guadagnare. Io ho vissuto l’esperienza del Pdl: dopo lo slancio iniziale, riuscire a conciliare le diverse identità ha portato a scontri e a mediazioni poco efficaci.
Il partito unico ha più rischi che vantaggi”. Quanto al tema della leadership, Meloni ribadisce: “Davvero è un tema che non mi interessa. Abbiamo regole per cui chi prende più voti diventa premier, se si vince. Ma non c’è chi impone la sua linea, chi fa il capo, chi decide per tutti. Lavoriamo e scegliamo insieme, come si vede alle amministrative”, per le quali “proprio perché non ci stiamo spartendo le città col bilancino, è giusto prendersi anche un po’ più di tempo e valutare meglio”.
Sul rapporto con il premier Draghi, Meloni sottolinea che quelli “personali possono essere buoni, ma i problemi politici restano”. Risposte che può dare Draghi fino al 2023? “Credo che dopo l’elezione del capo dello Stato si debba andare subito alle elezioni. Perché siamo una Repubblica parlamentare e le grandi scelte le fa il Parlamento, che non può continuare a essere dominato da M5S e Pd, partiti che non rappresentano affatto la maggioranza del Paese”.