Dal Manifesto 2017 dello Spazialismo dell’Anima
“La novità nell’arte per Fontana e per gli Spazialisti doveva essere l’introduzione necessaria delle variabili spazio-tempo, per cui un’opera d’arte non è più piatta e, o, statica ma continua a rappresentare se stessa tridimensionalmente e continuativamente nel tempo, cioè, come loro dicevano, pur non essendo più immortale l’opera d’arte è tuttavia infinita.
Tutto questo, però, se pure esprimeva un anelito ed, ormai, una necessità non solo filosofica, fisica, intellettuale ma proprio del pensiero dell’uomo, quindi anche dell’arte, aveva, tuttavia, una impostazione prettamente materialista.”
Presentazione dell’opera
“Alba di Resurrezione” è stata concepita e realizzata durante la fine della Quaresima e l’inizio del Tempo di Pasqua del 2018. La Quaresima è vissuta da ogni Cristiano come un “tempo opportuno”, in cui entrare nel profondo della propria anima e riformulare una nuova conversione, progressivamente più consapevole e voluta, conversione che è, sì, quotidiana ma che nel Tempo di Quaresima trova un’opportunità favorevole anche nella Liturgia della Chiesa, per cui tutto il contesto della nostra vita è aiuto al cambiamento. Persino le “prove” che siamo costretti ad attraversare, nel senso che non possiamo evitare di affrontare, sono un aiuto fondamentale. Attraversare la prova, così come si attraversa la morte per entrare nella Vita Eterna. E’, questo, un allenamento alla Pasqua, un allenamento della fede, che ogni Cristiano veramente unito a Cristo vive nella Quaresima. Un Tempo di momenti bui, anzi, spesso, proprio di momenti più bui. Dopo le tenebre, intravedere l’alba fa pregustare la felicità eterna, in un’esplosione di Vita e di gioia. Stanchi, prostrati, reduci dalla “notte” di San Giovanni della Croce, vediamo l’alba, un’alba di Resurrezione, l’alba del giorno di Pasqua. Ogni giorno è Pasqua. Ogni giorno entriamo nella morte e ne usciamo, per fede, vittoriosi. Ogni giorno moriamo, delle piccole e grandi morti quotidiane, ma ogni volta Dio ci chiama, come chiamò Lazzaro, ci ama e ci riporta in vita.
Quest’opera è stata esposta a Parigi nella Piramide del Louvre, durante il Carrousel du Louvre di Ottobre 2019.
Spiegazione dell’opera
Il viola, così scuro, è, ancor più del nero, il colore del dolore, del lutto, della morte, ha una connotazione emotiva evocativa, potente. La stesura del colore viola vuole caratterizzare, appunto, il mondo tribolato e disperato in cui viviamo se immersi nella notte della morte. Nulla, però, può resistere alla Resurrezione. L’esplosione della Luce è istantanea ed infinita nello stesso attimo. Un attimo infinitamente breve e, insieme, indefinitamente lungo oltre l’infinito. Una dimensione dell’anima immersa nell’Eterno. Perciò, tanto la stesura del colore quanto l’apposizione dei cristalli, solo in quest’opera, strabordano dai confini del piano della tela, dilagano e straripano nella silenziosa folgorazione. La Resurrezione è, insieme, fulminea e perfetta.