giovedì, 26 Dicembre, 2024
Ambiente

Polsi ambiente 2021. Il creato e l’ambiente

Da Saint-Vincent all’Aspromonte – A sud di Eboli.

Lo scorso ottobre 2020, si è tenuto a Saint-Vincent (AO), organizzato da “La Discussione” il convegno “Laudato Sì’” l’ultimo “di persona” prima delle chiusure dovute alla seconda ondata della pandemia da Covid.

Si parlava di ambiente, perché come spiegava nel suo editoriale di sabato 10 ottobre 2020 l’allora Direttore Giampiero Catone, «oggi spicca il verde come scelta di campo contro la dittatura del profitto che devasta il creato e, con esso, la dignità della persona… Nel tempo che stiamo vivendo… rispetto alla tracotanza dei nuovi poteri che condizionano globalizzazione e interconnessione, si impone una scelta forte per un nuovo umanesimo, che faccia coincidere il rispetto per il creato con il rispetto per la persona, forse mai così condizionata e considerata in termini puramente utilitaristici e strumentali come ora».

Insomma, quel convegno, con un grande dibattito aperto a tutti, con un parterre politico di rilievo “bipartizan” come si sarebbe detto dieci anni fa, ipotizzò la possibilità di conciliare valori cristiani – soprattutto espressi dalle encicliche di Papa Francesco “Laudato Si’” e la più recente “Fratelli tutti” – con argomenti “verdi”, politicamente di altre aree.

Esperienza nuova, per me che avevo partecipato ed ero intervenuto a tanti convegni sull’ambiente e che avevo in mente il tecnicismo specialmente del “Forum di Ischia”, voluto ed organizzato da oltre un decennio dal Consorzio PolieCo: secondo alcuni commentatori “la Cernobbio dell’ambiente”.

Mi sembrava in quelle tre giornate di Saint-Vincent di vedere due mondi solo apparentemente diversi che – senza fare torto ai tanti politici intervenuti di grandissimo rilievo nazionale, alcuni dei quali oggi Ministri nel Governo Draghi – sintetizzerei nel cattolico Gianfranco Rotondi e nel verdissimo Alfonso Pecoraro Scanio.

Due culture che trovavano nell’obiettivo di salvaguardia del nostro mondo una unità di intenti, che consentiva anche il superamento di un linguaggio differente, laddove da una parte si parlava di “creato”, dall’altra di ambiente.

Al di là del diverso linguaggio, si percepiva però un interesse comune: due mondi, quindi, che si annusavano e che hanno scoperto di potere dialogare e, addirittura, di condividere un obiettivo.

Nell’occasione di un mio intervento durante il convegno di Saint-Vincent, mi collegai col Rev.mo Don Tonino Saraco, Rettore del Santuario della Madonna di Polsi (la Madonna della Montagna), nel cuore dell’Aspromonte, Diocesi di Locri-Gerace, volendo creare un’unione ideale tra quelle due superbe montagne, il Cervino e l’Aspromonte, agli antipodi della nostra bella penisola.

Fu allora che nacque l’idea di organizzare una giornata di lavoro a Polsi, nella consapevolezza che la Madonna della Montagna ben può ergersi a baluardo ed emblema dell’ambiente, nel cuore dell’Aspromonte, recentissimamente incluso tra i rari “geoparchi” dell’Unesco e, forse, il Parco Nazionale più intatto e sconosciuto d’Italia.

L’idea ha trovato terreno fertile nella redazione de La Discussione, subito entusiasticamente sposata dal direttore editoriale, Anna La Rosa, che nel territorio del Parco Nazionale dell’Aspromonte è nata. Così che, coinvolgendo nell’organizzazione personaggi di rilievo, scienziati, magistrati, professionisti che si occupano di ambiente, e con l’appoggio de La Riviera, settimanale della Locride che ha sposato l’iniziativa, è nata questa giornata di dialogo sull’Ambiente che si terrà domenica 18 luglio 2021, con il tema centrale di “ambiente e legalità”: perché non c’è nessuna tutela ecologica, se non nell’ambito del rispetto delle norme.

Ha un senso fortissimo parlarne a Polsi e portare il dibattito in un territorio difficile, ma in pieno fermento sociale e culturale, con una progressiva presa di coscienza di valori civili che sono potenza e con una società che reclama il giusto riconoscimento di una dignità che è stata per lungo tempo negata: la candidatura della “Locride Capitale della Cultura 2025” è un urlo che risuona forte.

Vorrei anche aggiungere che l’obiettivo non è quella di lanciare una sfida, ma di proclamare una normalità: una società civile che può serenamente dialogare anche dal cuore dell’Aspromonte, che può affrontare un tema che oggi è al centro del nostro vivere: perché non ci sarà nessun futuro, se non ci occupiamo dell’ambiente.

È una scommessa difficile e complessa. Le esigenze umane – di cibo, di energia, di cemento, di collegamenti – sono sempre più forti.

L’Aspromonte è un emblema: perché è una montagna unica, geologicamente non coerente con gli Appennini, di granito come la gente che in essa e attorno ad essa vive. Eppure piena di contraddizioni, intatta e violata.

Unica nei suoi paesaggi tutti protesi verso il mare, attraverso quei profondi solchi delle violente fiumare. Selvaggia ed inaccessibile: non c’è una strada per visitare il più grande monolite d’Europa, Pietra Cappa, il suo simbolo. Non c’è una strada per arrivare al Santuario di Polsi.

Noi ci arriveremo e dialogheremo normalmente di legalità e di ambiente, senza sentirci eroi, perché siano solamente cittadini interessati alla salvaguardia del nostro mondo e convinti che ciò può avvenire solamente attraverso un risveglio delle coscienze.

Con la consapevolezza – questa sì – che dove la gente prende coscienza del suo essere e si occupa attivamente dei suoi problemi non c’è più spazio per nessuno.

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