Fiduciosi nella scienza e favorevoli al vaccino anti-Covid di cui auspicano di poter beneficiare al più presto.
Manifestano un sensibile calo della fiducia nei confronti dell’Unione Europea, della magistratura, dell’informazione e della politica, da cui non si sentono ascoltati.
Non lamentano un peggioramento del rendimento scolastico a causa della Dad, ma provano nostalgia della ‘cara vecchia scuola’, convinti di essersi persi qualcosa di importante nel corso dell’ultimo anno, e ritengono che la Dad penalizzi determinate categorie di studenti.
Costretti a rimodulare le proprie giornate, rimpiangono il tempo libero e riscoprono l’importanza della libertà. Reagiscono all’incertezza del presente rifugiandosi negli affetti e tra viaggi, stadi e concerti associano al calore di un abbraccio il ritorno alla normalità.
Questo il ritratto della ‘generazione post-Covid’ tracciato dal 9° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio ‘Generazione Proteo’ della Link Campus University, realizzato quest’anno in partnership con Grandi Scuole, e che ha intervistato circa 2mila studenti italiani, e che restituisce come sempre alle istituzioni e al dibattito pubblico aspettative e paure, ambizioni e contraddizioni dei giovani italiani. I risultati sono stati presentati alla Link Campus University alla presenza del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. “Dalla ricerca – ha spiegato Carlo Alberto Giusti, Rettore della Link Campus University – emerge una generazione di ragazzi profondamente lucidi, che hanno imparato a gestirsi adeguatamente anche con la didattica a distanza, ma che non vedono l’ora di riappropriarsi di una piena socialità e di quello scambio costante di visioni e di idee che solo la partecipazione fisica può garantire”.
“La Dad – ha detto il Ministro Bianchi – non è stata un’alternativa alla presenza, ma una risposta all’assenza, a un abbandono che sarebbe stato ancora più drammatico per tutti coloro che già vivevano una situazione di difficoltà. Ci sono molti casi in cui partendo dalla Dad si sono sviluppati percorsi didattici fortemente innovativi. Gli studenti di oggi sono nati con un telefono e un computer. Compito della scuola oggi è anche insegnare loro la capacità critica per usare gli strumenti a disposizione”.
“Il 9° Rapporto – secondo il sociologo Nicola Ferrigni, direttore dell’Osservatorio ‘Generazione Proteo’ – ci consegna l’identikit della ‘generazione post-Covid’, che abbiamo definito come quella dei ‘giovani leopardi’, termine che evoca tanto il poeta quanto il felino. Da una parte infatti c’è il pessimismo che contraddistingue il poeta, dall’altra lo slancio felpato del predatore alla ri-conquista del proprio territorio. Il poeta e il felino, quindi, che vivono una costante tensione tra il subire e il reagire in tutti i diversi ambiti e contesti che definiscono una quotidianità infettata dalla pandemia. Ma con uno sguardo rivolto al futuro, e al recupero di una normalità che, come l’abbraccio che la identifica, non appartiene alla sfera dell’avere o del fare, quanto piuttosto a quella dell’essere”.