Continua senza sosta la campagna vaccinale, facendo incrementare settimanalmente i valori dei nuovi vaccinati in tutte le fasce d’eta’. A livello nazionale si registrano le seguenti percentuali per le fasce di eta’ considerate: 16-19 anni (4,93%), 20-49 anni (20,79%), 50-69 (58,83%), 70-79 (83,59%), over 80 anni (91,94%). La media nazionale (che considera la fascia di eta’ maggiore di 16 anni) e’ pari al 46,22%. Analizzando il rapporto tra la popolazione residente e il numero punti di somministrazione (territoriali ed ospedalieri) per ciascuna regione, la Regione Puglia ha il rapporto piu’ basso: in media ogni punto vaccinale ha in carico circa 5397 residenti, seguita dalla Liguria con 8399 residenti. Al contrario, la Regione Lombardia e Campania hanno il valore piu’ alto, con un rapporto pari a 72783 residenti per la Lombardia e 89524 residenti per la Campania. Analizzando l’andamento delle somministrazioni nei Paesi Membri dell’Unione Europea, il valore medio Ue delle somministrazioni e’ pari a 56.947 x 100.000 abitanti, il valore dell’Italia e’ pari a 59.240 x 100.000 abitanti. E’ quanto emerso dalla 55ma puntata dell’Instant Report Covid-19 – https://altems.unicatt.it/altems-covid-19 – una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Universita’ Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.
“Incrociando i profili delle regioni con l’incremento di personale – afferma il professor Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Universita’ Cattolica (ALTEMS) – possiamo notare un’eterogeneita’ dei comportamenti delle regioni in termini di assunzioni di nuovo personale e di risposta alla pandemia. Se consideriamo, infatti, i giorni di sospensione per l’attivita’ chirurgia e i volumi di presentazioni “perse”, due delle tre regioni “resilienti” (Veneto +584, Lazio +282) hanno notevolmente incrementato il personale medico, mentre solo per una delle regioni “fragili” (Lombardia +516) si registra un notevole incremento di personale medico. Sia le regioni “late responder” (es. Sicilia +101) che “inerti” (es. Piemonte +163) si caratterizzano, invece, per un incremento minore del personale medico se comparato con quello del Lazio e del Veneto”.
“Se consideriamo – invece – il rapporto tra giornate di sospensione per le attivita’ ambulatoriali e prestazioni “perse” – continua Cicchetti – le Regioni “resilienti” (es. Lombardia +847, Veneto +733, Lazio +381) sembrerebbero essere caratterizzate da un incremento maggiore del personale medico se comparato con quello delle “late responder” (es. Piemonte +345, Sicilia +133, Sardegna +146). Guardando al mix di assunzioni tra personale medico direttamente coinvolto nell’emergenza Covid-19 (Anestesia e rianimazione, Malattie dell’apparatosi respiratorio, Medicina e accettazione d’urgenza, Medicina interna, Malattie infettive, Microbiologia e virologia, Sanita’ pubblica) e personale non direttamente coinvolto – continua Cicchetti – notiamo che le regioni “resilienti”, considerando il rapporto tra giorni di sospensione per l’attivita’ chirurgia e i volumi di presentazioni “perse”, hanno assunto prevalentemente personale con specializzazioni Covid-19 (Veneto 57%, Lazio 79%). Tra le regioni “fragili” non si registra un orientamento prevalente mentre le Regioni “late responder” (PA Trento 0%, Umbria 35%) e “inerti” (Molise 30%, Piemonte 40%, Valle d’Aosta 0%) hanno assunto in prevalenza personale no covid”.
“Infine – conclude Cicchetti – se guardiamo al rapporto tra giornate di sospensione per le attivita’ ambulatoriali e prestazioni “perse”, notiamo che le regioni classificate come “fragili”, “inerti” e “late responder” hanno orientato le politiche di assunzione di nuovo personale prevalentemente verso le specializzazioni no covid. Per quanto, riguarda, invece le regioni “resilienti” non sembra emergere un orientamento prevalente”.