“Ai ragazzi che oggi sono qui e a quelli che avranno modo di ascoltare queste parole vorrei dire: la storia di questi settantacinque anni e’ stato il risultato, il mosaico di tante storie piccole e grandi, di protagonisti conosciuti e di testimonianze meno note. Tocca ora a voi scrivere la storia della Repubblica. ”
Mattarella propone una visione positiva e ottimistica dell’Italia proiettata verso il futuro, consapevole dei passi avanti fatti ma anche dei tanti problemi aperti, come nel caso della condizione femminile, dell’evasione fiscale, delle morti sul lavoro, delle diseguaglianze sociali.
“Ancora troppe ingiustizie. Ancora diseguaglianze. Ancora condizioni non sopportabili per la coscienza collettiva, come l’evasione fiscale o le morti sul lavoro. Il ricordo del sorriso di Luana D’Orazio impegni tutti al dovere di affrontare il tema della sicurezza dei lavoratori con determinazione e con rigore”.
Per Mattarella “L’Italia, la nostra Patria, ha le carte in regola per farcela. Un valore – che vorrei ancora una volta sottolineare – sarà più di tutti decisivo: la connessione della Repubblica con i suoi cittadini. Lo abbiamo visto anche nella lotta alla pandemia. Tra lutti e sofferenze, che mai dimenticheremo, abbiamo riscoperto il senso civico di chi si è trovato a operare nella frontiera più esposta, quella degli ospedali e delle strutture sanitarie, abbiamo apprezzato il sacrificio di chi ha lavorato nei servizi, per la pubblica sicurezza, nelle catene alimentari. Ci è apparso ancora una volta, in tutta la sua evidenza, il valore della scienza e la conseguente necessità di promuoverla e sostenerla. Ognuno di noi ha ricevuto la solidarietà di altri italiani. Lo abbiamo sottolineato celebrando il 2 giugno, l’anno scorso, a Codogno. Ciascuno ha bisogno degli altri”
Il Presidente ricorda le origini della Repubblica 75 anni fa dopo la tragedia del fascismo e della guerra ed evoca lo spirito dei padri della Costituzione e dei costruttori di allora.
“Qualcuno, a volte, manifesta l’impressione che questo spirito, che animo’ i costruttori di allora, sia andato smarrito. Che il Paese si sia fermato, imbrigliato da inerzie e pigrizie, bloccato da rendite di posizione, dall’illusione di poter sopravvivere seguendo la logica emergenziale del ‘giorno per giorno’. Il Paese non e’ fermo Quando diciamo che nulla sara’ come prima sappiamo che il cambiamento e’ gia’ in atto ed e’ veloce. Sono cambiati gli stili di vita, le sensibilita’ delle persone”
“Una riflessione che suona come un auspicio e anche uno stimolo alla società civile e alla politica.
Come aveva fatto nel discorso di fine d’anno, anche stavolta Mattarella sottolinea l’importanza dei “costruttori” di coloro che si impegnano per il bene comune e l’interesse dell’Italia.