La finanza non può avere la priorità sui diritti delle persone più vulnerabili. La vita va messa davanti al debito. Sono le idee e i valori che hanno accompagnato l’Anno speciale di Anniversario dell’Enciclica “Laudato Sì”, iniziato nel 2020.
Ora a conclusione di tutte le iniziative la Caritas Italiana pubblica un Dossier con dati e testimonianze dal titolo: “Per una finanza a servizio dell’umanità. Mettere la vita davanti al debito”.
Il dossier racconta perché il debito è tornato a essere un problema solo pochi anni dopo le grandi iniziative di remissione del debito sviluppatesi attorno al Grande Giubileo del 2000.
ALLEANZA TRA UMANITA’ E PIANETA
“Per costruire una vera alleanza tra l’umanità e il pianeta è necessario superare un sistema che non rispetta la dignità delle persone, non si ferma davanti ai limiti della biosfera e ai diritti delle generazioni future”, sottolinea la Caritas, “Un sistema in cui la finanza ha un peso superiore a quello della vita delle persone, dove il debito continua a generale relazioni distorte tra le nazioni e limitare i diritti delle persone più vulnerabili. La reazione alla pandemia richiede un rinnovato impegno dei governi nell’assicurare la costruzione di sistemi di protezione sociale realmente accessibili ai più poveri: proprio sulle loro spalle pesa in modo intollerabile il macigno del debito”.
Caritas Internationalis, rilanciando l’appello che Papa Francesco ha ripetuto in questi ultimi mesi per una finanza giusta e per un peso del debito ormai nuovamente insostenibile, intende sollecitare l’attenzione di tutto il mondo Caritas e di tutta l’opinione pubblica mondiale con una campagna su questo tema, che verrà promossa nei prossimi mesi.
Molti paesi, emerge dalla nota della Caritas, erano sulla soglia di una crisi del debito già alla fine del 2019. Questa situazione si è aggravata molto nel corso del 2020.
NETTA RIDUZIONE DEL DEBITO
“La situazione attuale richiede una risposta molto più netta di quanto sia stato fatto finora”, propone il sodalizio Cattolico, “una chiara riduzione del debito e l’identificazione di risorse finanziarie che possano aiutare i governi a rispondere alle sfide del momento. Oltre a questo è necessario un meccanismo internazionale per affrontare le crisi di sovraindebitamento: un meccanismo neutrale e indipendente, sotto l’egida delle Nazioni Unite che non lasci i paesi alle prese di una crisi debitoria e finanziaria alla sola mercé dei creditori”. Non basteranno però solo gli appelli o qualche iniziativa sporadica.
“E’ necessario chiedere una nuova cooperazione fiscale internazionale che chiedano ai più ricchi di contribuire in modo commisurato al loro patrimonio; una vera lotta contro l’evasione internazionale e contro i flussi finanziari illeciti”.