sabato, 16 Novembre, 2024
Parco&Lucro

Perché i dividendi rappresentano un antidoto all’inflazione

COMPARTO BANCARIO TRAINATO DALLA ACCOMODANTE DELLA BCE

Alla fine di questo mese  a Piazza Affari saranno staccate cedole per un importo complessivo di quasi 21 miliardi di euro, pareggiando il dato eccezionale del 2019. Gli investitori sono più che soddisfatti, anche perchè si profila   un autunno ancora propizio dal punto di vista della distribuzione. La Bce parrebbe aver conferito un placet de facto sul  pagamento di parte dell’ammontare già accantonato lo scorso anno e forse di un anticipo sui profitti del 2021, secondo quanto ipotizzato dai principali istituti bancari nazionali e, nel complesso, tutto ciò è già incorporato nella quotazione dei contratti derivati sui dividendi relativi all’indice Ftse Mib.

 

DIVIDENDI E INFLAZIONE A LIVELLO GLOBALE

Matthew Jennings, Investment Director di Fidelity International, intervistato da We-Wealth, ci ricorda come lo stacco del dividendo sopravvive al contesto inflazionistico, a differenza del comparto obbligazionario, dove il rialzo dei prezzi va ad intaccare il potere d’acquisto reale delle cedole. Al contrario, i dividendi sono una quota dei profitti aziendali, e dunque se i profitti aumentano, possono aumentare anch’essi. Questa crescita significa che possono aumentare in linea con, o prima, dell’inflazione, proteggendo il potere d’acquisto reale di questi flussi di reddito. Dal 1900, la crescita decennale annualizzata dei dividendi nello S&P 500 ha superato la crescita dell’IPC per quasi tre quarti (73%) del tempo.

Come risposta alla pandemia, i responsabili della politica economica hanno tagliato i tassi d’interesse e messo in campo ingenti programmi di stimolo fiscale. Una risposta politica così massiccia e coordinata ha aumentato le aspettative che l’economia entri in un periodo di maggiore inflazione.

 

CONSIDERAZIONI GENERALI SULLA CHIUSURA DEL PRIMO TRIMESTRE 2021

I mercati azionari globali hanno superato dei picchi di volatilità e raggiunto nuovi massimi nel corso del mese, grazie alla spinta impressa da due temi principali: l’accelerazione delle campagne vaccinali a livello globale e il mantenimento di politiche a supporto della ripresa da parte delle banche centrali di tutto il mondo. Il miglioramento delle previsioni di crescita del PIL, la normalizzazione dell’inflazione e l’irrigidimento della curva dei rendimenti hanno gettato le basi per il “reflation trade”, in un contesto in cui gli investitori hanno cominciato a scontare un futuro più roseo. Con la somministrazione di oltre 590 milioni di dosi di vaccino nel mondo, la fiducia dei mercati nella ripresa economica è diventata ancor più concreta, anche se leggermente sproporzionata, favorendo la sovra-performance di alcune parti del mercato a scapito di altre. Il rapido miglioramento della crescita economica ha determinato il rialzo dei rendimenti obbligazionari, con ricadute positive per i settor

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