Per la prima volta insieme a parlare di “Fraternità e amicizia sociale. L’enciclica Fratelli tutti e il nostro compito” i presidenti di Azione cattolica, Matteo Truffelli, e di Comunione e Liberazione, Julian Carro’n. Mai i presidenti delle due aggregazioni ecclesiali avevano dato vita a un evento congiunto, che si inserisce, quindi, nel cammino di sinodalità al quale il Papa invita tutta la Chiesa.
TUTTI SULLA STESSA BARCA
Non si tratta di un episodio isolato ma l’inizio di un percorso, hanno assicurato i due presidenti. L’emergenza sanitaria, nota Truffelli, ha generato fenomeni di “tristezza individualista“, sul modello del “si salvi chi può”, ma il Papa indica una strada diversa: “Il paradigma della fraternità” per vivere questa come “una stagione propizia, in cui è più facile riconoscersi fratelli”. Un’idea sulla quale concorda Carron, che fa riferimento al concetto di “amicizia sociale” contenuto nell’enciclica. “C’è una maggiore consapevolezza del fatto che siamo nella stessa barca, che non possiamo cavarcela da soli”. Comune anche la visione di una Europa che deve prendere spunto dall’esperienza del periodo post bellico, quando dalle macerie della guerra nacque il seme della collaborazione intorno all’accordo sul carbone e sull’acciaio che poi ci ha portato fin qui.
UNA NUOVA VISIONE DELLA POLITICA
Nella Fratelli Tutti, è palese l’invito a costruire una società più umana e una Chiesa più fraterna, che in un tempo di crisi semini speranza. Compito dei credenti, è “promuovere il confronto e la coesione sociale”, laddove – secondo Truffelli – il potere “divide, generando sfiducia e contrapposizione. Perché fa comodo” alla raccolta di consensi. Ma questo compito, per Carron, potrà essere portato avanti “solo andando all’origine” di quella mancanza che porta alle degenerazioni del potere e dell’individualismo: “Noi che abbiamo avuto la fortuna di incontrare il cristianesimo, possiamo fare esperienza di questa fraternità. Altrimenti, senza di essa, sarà inevitabile anche per noi cadere nel nichilismo, finendo per vivere la politica come gli altri”.