MANIFESTO 2017
Lo Spazialismo dell’Anima nasce dalla confluenza di due filoni della mia vita: uno spirituale e l’altro pittorico, entrambi sin dall’infanzia presenti in percorsi paralleli, poi sorprendentemente convergenti in quello che io ho definito “Spazialismo dell’Anima”. Sono un medico, non un tecnico dell’arte; ciò che mi interessa, nella mia arte, è dare un messaggio, che è il vero denominatore comune delle mie opere. L’origine di questo messaggio ha precise radici nelle Sacre Scritture.
Le mie opere nascono, infatti, da riflessioni spirituali.
E’ difficile esprimere esattamente ciò che si vede con gli occhi dell’anima, cioè quelle immaginazioni della mente e, insieme, dell’anima immaginate senza immagini, che sono, come le ho definite in una specie di sottotitolo allo Spazialismo dell’Anima, “visioni spirituali”. E’ complicato estrarre da sé e portare alla luce in modo razionale emozioni spirituali personali così da renderle oggettivamente comprensibili.
L’arte figurativa esprime i concetti esplicitamente, attraverso, appunto, figure. Affinché sia esattamente compresa per ciò che vuole dire, però, necessita di un terreno comune, all’artista e all’osservatore, in cui potersi incontrare; occorre cioè avere un vissuto comune di ciò che si intende raffigurare, per poter così interpretare allo stesso modo il soggetto dipinto.
Io ho vissuto l’inizio di questo mio filone dell’arte informale, cioè la scoperta in me di questa possibilità di espressione, come una grande liberazione dall’immagine, attraverso la trasmissione del colore, delle emozioni e della spiritualità direttamente dall’anima alla tela, senza il filtro dell’immagine, e senza che, quindi, occorra incontrarsi ad un certo punto, in un terreno comune esterno, fuori dall’anima.
Ho voluto presentare ufficialmente lo Spazialismo dell’Anima il 2 Febbraio perché è il giorno della Candelora. Nome derivato da “candelorum”, genitivo plurale latino, “delle candele”, la Candelora è la Festa delle Candele, cioè della Luce. La Chiesa in questo giorno commemora la Presentazione di Gesù al Tempio e, più anticamente, commemorava anche la Purificazione di Maria. Sono passati quaranta giorni dal Natale di Gesù, una quaresima di Purificazione, per cui questa Festa chiude le festività natalizie e proietta verso la Pasqua con l’offerta del piccolo Gesù al Tempio.
Alcuni versetti delle Sacre Scritture ci aiutano ad ambientarci meglio nella dimensione trascendente di queste opere. Già leggendo Giovanni, nel suo Prologo, siamo aiutati a comprendere il senso che accomuna tutte le opere dello Spazialismo dell’Anima. Infatti in Gv 1,4-5 leggiamo: “In lui era la Vita e la Vita era la Luce degli uominil; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta”. Ed al versetto 9: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo”. Già si comprende l’origine del significato dei cristalli presenti in tutte le mie opere, della luce e dell’orientamento dell’osservatore per contemplarla. Ma, ancora più compiutamente, è nel Vangelo del giorno della Candelora, che riferisce di Simeone e della Presentazione di Gesù al Tempio, che lo Spazialismo dell’Anima trova le sue fondamenta. Il significato di queste opere si innesta direttamente e principalmente in due espressioni dell’evangelista Luca relative a questo episodio (Lc 2,25-35a). Luca dice: “…luce per illuminare le genti…” e “…a Maria… …disse… …anche a te una spada trafiggerà l’anima”.