Conto alla rovescia per la dichiarazione dei redditi precompilata 2021. I nuovi modelli sono già disponibili sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate e a partire dal 19 maggio si potrà inviare la dichiarazione precompilata, anche apportando modifiche o integrazioni. L’invio della dichiarazione sarà possibile fino al 30 settembre, invece per il Modello Redditi Persone fisiche ci sarà tempo fino al 30 novembre 2021.
Le dichiarazioni precompilate contengono dati e informazioni, risultato delle analisi incociate svolte dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate sulle differenti banche dati messe a disposizione del Fisco. Sotto la lente del Fisco passano, in primis, i dati relativi alle spese sanitarie ma, anche, gli importi afferenti a premi e rimborsi assicurativi e quelli legati alle erogazioni liberali.
A partire da quest’anno, per poter beneficiare della detrazione del 19%, il contribuente dovrà aver avuto l’accortezza di pagare in modalità tracciabile (bancomat, carta di credito e prepagate e assegni).
La detrazione del 19% continua a valere, invece, anche per i pagamenti in contanti di medicinali, di dispositivi medici e di prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche o private accreditate.
LA CONFLUENZA DEI DATI CONTRO IL TAX GAP
Sarebbero ben 161 le banche dati messe a disposizione dell’amministrazione finanziaria e del partner tecnologico Sogeiper la prevenzione e il contrasto dell’evasione fiscale. Complessivamente sarebbero circa un miliardo i dati messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. Poter contare su tale straordinaria mole di dati a rilevanza fiscale è l’obiettivo che il governo ha indicato anche nel piano nazionale di ripresa e resilienza. La maggiore difficoltà, semmai, sarà quella di riuscire a realizzare la confluenza in una struttura davvero più efficiente per la migliore fruibilità da parte degli uffici del Fisco, impegnati a chiudere il «tax gap», cioè il divario tra imposte dovute e imposte effettivamente versate.
LA SICUREZZA PASSA PER L’ANONIMIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI
Vi è poi, un’altra sfida che si pone sul tavolo dell’amministrazione finanziaria: garantire la sicurezza di quei big-data, specialmente in considerazione dell’elevato livello di sensibilità di quelle informazioni. Tutte quelle informazioni legate ai cittadini contribuenti pongono l’esigenza di riuscire a contemperare interessi e diritti in gioco. Da una parte, l’obbligo costituzionalmente statuito di contribuire alla spesa pubblica e, dall’altra, il diritto – anche quello – fondamentale alla protezione dei dati personali e al rispetto della privacy. In considerazione di tale esigenza, la legge di Bilancio 2020 ha già dato l’incipit ad un complesso processo di «anonimizzazione» delle informazioni di cui dispone l’amministrazione finanziaria.