Due messaggi da sponde opposte a Mario Draghi rafforzano il ruolo del Presidente del Consiglio e rimescolano le carte negli schieramenti di centro sinistra e di centro destra. Si profila una fase due del Governo con interessanti novità.
Letta vorrebbe che Draghi diventasse una sorta di “capo politico” di una maggioranza coesa. Come dire: sarebbe meglio se Salvini non ne facesse parte visto che su tanti temi non sembra condividere le scelte del Governo. Primo fra tutti quello dell’ immigrazione: dopo il non luogo a procedere del Gup di Catania Salvini ha ribadito con orgoglio la linea seguita quando era ministro dell’Interno che certo non è quella di Draghi-Lamorgese.E vista l’ondata crescente di sbarchi, c’è da scommettere che questo contrasto che cova sotto la cenere finirà per esplodere.
APERTURA ABILE DI GIORGIA MELONI
Paradossalmente, nello stesso giorno, Giorgia Meloni, che ha le mani libere di chi sta all’opposizione, propone un cambio di stile nei rapporti col Governo e chiede a Draghi incontri periodici per discutere di priorità. Un gesto intelligente che qualifica Meloni come una leader capace, abile e non prigioniera di schemi.Tanto Salvini mira a sottolineare le sue distanze dalla maggioranza di cui fa parte, tanto Meloni si propone verso il Governo come dialogante affidabile, nel rispetto dei ruoli, e con un senso delle istituzioni ben diverso da quello del leader leghista.
SULLO SFONDO LA CORSA AL QUIRINALE
Meloni sta per raggiungere Salvini nei sondaggi e sa che questo la obbliga a proporsi con una sorta di “moderazione” istituzionale quanto meno nello stile. Sicché mentre Salvini appare scorretto perchè critica il Governo che sostiene, Meloni appare più responsabile perché pur non votando a favore del Governo non vuole starsene comoda sulla sponda dell’opposizione ma vuole dare un contributo dialogando direttamente col Presidente del Consiglio. Nella prospettiva di una candidatura di Draghi al Quirinale Meloni vuole accreditarsi come possibile sostenitrice del Presidente del Consiglio proprio quando Salvini fa capire che i voti della Lega potrebbero essere determinanti.Nel centro-destra ,dunque, sale il ruolo di Meloni e traballa quello di Salvini.
UN CLIMA IDEALE PER DRAGHI
Nel centrosinistra questa è l’ora più difficile. L’accordo Pd-5Stelle si indebolisce : non decolla la leadership di Conte ai vertici dei 5 stelle, si sfarinano le ipotesi di candidature comuni alle prossime elezioni amministrative. Se un personaggio debole come Virginia Raggi, che certo non ha brillato al Campidoglio, è riuscita a far saltare un’intesa tra Pd 5 stelle, immaginiamo quanto siano fragili le gambe su cui quest’alleanza potrebbe camminare.
Draghi beneficia di un clima ideale: tutti i partiti della maggioranza sono deboli, in difficoltà e non possono dargli fastidio. L’unico partito che cresce, e sta all’opposizione, gli tende una mano Meglio di così…