«Forever young, I want to be forever young» cantavano gli Alphaville quasi quarant’anni fa – senza dirci però che vivere per sempre e per sempre giovani s’accosti piuttosto a fatica con l’ideale moderno di gioventù eterna. Inseguire la giovinezza oggi significa – senza scadere nella retorica o nello stucchevole politically correct – non rincorrere la bellezza a tutti i costi come si dice troppo spesso, bensì al contrario un’apparenza di bellezza, il suo ϕαινόμενον (fainòmenon): che è invece l’esatto opposto dell’idea di beltà nel suo originale significato greco. Il bello assoluto nella sua natura più propria trovava la più limpida rappresentazione nel dio Apollo, insieme – non a caso – al senso della misura, all’arte, alla musica e alla razionalità. Dio dunque di tutto ciò che necessita di armonia, nel senso più pieno del termine: di quello che è pertanto del tutto contrario all’apparenza illusoria, fumosa e disarmonica; dio della bellezza nella sua tersa e pura sostanza che si espande anche nella forma, tanto reale perché densa di contenuto. Quanto pregno di significato era il passaggio dall’adolescenza alla maturità: demarcato dal taglio dei capelli. Ecco infatti l’epiteto principale di Apollo: dai capelli non tagliati (akersekòmes), come li portavano i giovani; come quelli del dio Apollo, efebo per l’eternità: giovane per sempre.
L’IDEALE GRECO DI PERFEZIONE DI BELLEZZA E BONTÀ
Un dio veramente giovane, veramente bello, in razionale armonia con le sue qualità colme di verità, ergo non di apparenza. Racchiuse nell’attributo della καλοκαγαθία (kalokagathìa): l’ideale ellenico di perfezione fisica e morale che trovano una corrispondenza l’una nell’altra, che combaciano in armonia l’una con l’altra. Bellezza e bontà si rendono un tutt’uno, diventano inscindibili nell’espressione del καλὸς καὶ ἀγαθός (kalòs kai agathòs, “bello e buono“) in un unico senso: “in possesso di tutte le virtù“. Essenza della bellezza, dell’aspetto apollineo, il termine καλός si rende connubio tra ciò che è bello per il suo aspetto sensibile e profondamente legato all’attitudine morale di “buono” (ἀγαθός). Ecco allora perché la purezza è sinonimo al contempo di bontà e di giovinezza, che è a sua volta sinonimo di bellezza. Ed è questa forse il tipo di gioventù eterna cui io – non so voi – oserei tendere. Non aspirare più al mitico, attualissimo forever young ma voglio essere, o almeno provare ad accostarmi al sempiterno forever Apollo: nella sua serena bellezza – la stessa che per Nietzsche coincideva con quella solare razionalità, nelle sue parole: «Il limite dell’equilibrio, la difesa dalle eccitazioni brutali, la calma sapiente del dio artista».