Da poche ore le telecamere dell’attenzione mediatica hanno spento le luci sul volto del “giudice ragazzino ” che – schivo da passerelle e sermoni plastificati da parole su parole- ha inciso nelle coscienze con una espressione che gira sulla bocca di tutti” Quando moriremo non ci verra’ chiesto se siamo stati credenti, bensi’ se siamo stati credibili”: Credibili? e che vuol, dire? Semplice: credibile e’ chi antepone i fatti alle parole. Credibile e’ chi si immerge tra la gente, il popolo degli ultimi, tra chi e’ dimenticato da tutti e sa che Dio e’ l’unico vero bene che fa stare bene. Credibile e’ chi aprendo la bocca per parlare professa solo espressioni positive, che edificano, che non calunniano che non denigrano la dignita’ degli altri ma sa essere “cireneo della gioia ” amabile nel dare e non indossa la maschera dell’opportunista.
Credibile e’ chi sa di essere umano e non si erge a divinita’ da strapazzo. Credibile e’ chi ha sempre innanzi a se la sua fragilita’ e sente riecheggiare nel suo cuore le parole di Paolo di Tarso” Quando sono debole e’ proprio allora che sono forte “: Credibile e’ chi non si vende per scavalcare e vivere di attestati e medaglie e poi schiva e allontana gli altri perche’ non si inquadrano nella sua forma mentis. Credibile e’ chi ama e sa che vi e’ ancora cielo sopra di lui. Essere credibili al cospetto di Dio e allontanare la tentazione di piacere agli essere umani per soddisfare la sua sete di potere. I giovani questo lo percepiscono e sanno bene a chi affidare le sorti della loro primavera che non ha niente a che vedere con l’eterno inverno di chi non vive ma trascina la sua quotidianita’ tra un inchino e una “raccomandazione di troppo “: Credibili perche’ la vita ha bisogno di testimoni e non di predicatori a “tempo perduto “.