INTERVISTA ESCLUSIVA DELL’ASTROFISICO PROF. GIANLUCA MASI
“Il razzo cinese non doveva entrare in orbita. Occorre rispetto per lo spazio e non si possono lasciare detriti incontrollati. Servono protocolli più rigidi. La Cina è la seconda volta che crea lo stesso problema”
Gianluca Masi, astrofisico di fama mondiale, ha scoperto decine di asteroidi, ha co-scoperto tre pianeti extrasolari e l’importante ASASSN-15lh, la supernova più luminosa mai scoperta nella storia. Il servizio ADS della Nasa cita oltre 800 suoi contributi scientifici. Nel 2006 ha fondato il Virtual Telescope Project, a supporto delle proprie attività professionali di ricerca e comunicazione scientifica. La sua attività scientifica viene regolarmente presentata dai media più importanti del pianeta. In segno di riconoscenza per le sue attività scientifiche, l’International Astronomical Union ha assegnato il nome “Masi” all’asteroide (21795). Gianluca Masi è Coordinatore Nazionale per l’Italia di Asteroid Day e Astronomers Without Borders.
Il prof. Masi tiene una sua rubrica su La Discussione “Emozioni dal cielo”, seguita da migliaia di utenti, e ci ha concesso in esclusiva questa intervista
Prof. Masi Lei è stato il primo al mondo a fotografare il razzo cinese. Come ha fatto?
All’alba del 6 maggio ho ripreso al telescopio il “Lunga Marcia 5B”. È stata un’osservazione assai impegnativa, la prima in assoluto ottenuta con un telescopio. Non mi stupisce perché le esigenze tecnologiche per riuscire in una simile impresa sono davvero elevate e il Virtual Telescope fortunatamente dispone degli hardware e software più evoluti che permettono ai nostri strumenti di seguire qualunque corpo celeste in moto arbitrario.
Perché questo razzo cinese da giorni ha tenuto il mondo in ansia?
Il razzo “Lunga Marcia 5B” qualche giorno fa ha collocato in orbita il primo modulo della costruenda nuova stazione spaziale cinese. Il corpo principale del razzo normalmente è programmato per “cadere” localmente appena non è più utile. Invece stavolta è entrato in orbita. Si tratta di un’orbita in decadimento, cioè sempre più bassa in virtù dell’ attrito dell’atmosfera che fa abbassare sempre più l’orbita fino quando la velocità non raggiunge un valore critico e avviene il cosiddetto rientro in atmosfera .
Prof. Masi qual è la lezione principale che dobbiamo imparare dalla vicenda del razzo cinese in caduta libera?
La domanda è decisamente pertinente. Il lascito di questa vicenda ci insegna che nel mettere in orbita qualcosa, una stazione spaziale o un satellite, è importante predisporre tutto in modo tecnologicamente corretto affinché il razzo, terminato il suo lavoro, esca di scena rapidamente senza entrare in orbita. Questa è la prassi corretta.
Gli scienziati cinesi hanno commesso dei gravi errori?
La Cina è la seconda volta che mette in orbita qualcosa e il razzo che lo ha fatto crea problemi, simili a quelli di cui ci stiamo occupando in questi giorni.
Come fare per evitare il ripetersi di vicende simili?
Vanno adottati dei protocolli a tutela dell’ambiente spaziale che non si può riempire di detriti o di residui lasciati liberi e incontrollati. Occorre tenere in maggior conto il rispetto per lo spazio e progettare queste missioni con oculatezza, affinché terminato il suo lavoro il razzo venga fatto ammarare il prima possibile in modo controllato e in sicurezza, non abbandonandolo a se stesso.