Alcol, fumo, sostanze dopanti, droghe leggere consumate quotidianamente per poi la tentazione di passare a quelle pesanti, in primis eroina e cocaina. Lo scenario dei giovani che cercano lo sballo è sempre più rutilante e a rischio. In tutte le direzioni la vita “spericolata” dei ragazzi appare un fenomeno in crescita destinato anche a non avere più barriere e limiti di età, sociali e culturali.
Oltre la metà dei giovani dagli 12 ai 19 anni beve alcolici, ed ha avuto esperienze di ubriacatura. Inoltre, secondo i dati dell’Osservatorio Adolescenti di Telefono Azzurro e DoxaKids, sebbene l’alcol rappresenti la sostanza assunta con più frequenza, un numero rilevante di ragazzi (13%) ha ammesso di usare droghe senza distinzioni tra leggere e pesanti.
Il dato, inoltre, appare di molto sottostimato in quanto oltre la metà dei giovani ha riferito di conoscere almeno una persona che fa costantemente uso di droghe. “Si tratta di percentuali non trascurabili”, osservano i ricercatori di Telefono Azzurro, “infatti da una parte i ragazzi che vengono a contatto con tali sostanze spesso non ha la percezione del rischio connesso ai danni che esse provocano, dall’altra anche le figure adulte di riferimento possono sottovalutare il fenomeni”.
Infatti per l’Istituto superiore di sanità, in Italia, la cannabis rimane la droga illecita più comunemente usata dalla popolazione generale. “L’Italia nel suo consumo è seconda solo alla Francia. Ed è settima nella classifica europea per consumo di cocaina”. L’uso della maggior parte delle droghe illecite è concentrato tra i giovani adulti di età compresa tra 15 e 34 anni; tuttavia, la più alta prevalenza dell’uso di cocaina nell’ultimo anno è segnalata da coloro di età compresa tra 25 e 34 anni.
I dati sono quelli forniti dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt) nel suo ultimo Rapporto 2018.
Il rischio Italia si chiama eroina, in un testa a testa, negli ultimi anni, con i consumi di cocaina rilevati in crescita. L’ultima stima basata su un moltiplicatore di trattamento suggerisce che ci sono circa 205.200 utilizzatori di eroina ad alto rischio. Per altri versi, stando ai dati dei centri di trattamento specializzati indicano che nel 2016 la cocaina in polvere è stata la sostanza primaria più comunemente segnalata tra i pazienti che hanno iniziato la terapia, seguita dall’eroina e dalla cannabis. “Il numero di nuovi partecipanti che usano la cocaina è in aumento”, si segnala nel report dell’Istituto, “L’iniezione rimane comune tra i consumatori di oppioidi che entrano in terapia, in particolare tra coloro che sono stati precedentemente trattati. Si stima che 4 su 10 utilizzatori di eroina in Italia iniettino la sostanza”.
Ci sono poi fenomeni nuovi come l’utilizzo di farmaci per creare lo sballo. È il caso del reperimento sul mercato, il suo ingresso in Italia è temutissimo, delle droghe derivati da farmaci come il Fentanyl, un oppiaceo sintetico che non nasce come droga a scopo ricreativo, ma come farmaco antidolorifico. Ben presto, questo potente oppiaceo è stato intercettato dalla produzione e dal commercio illegale, utilizzato come sostituto economico dell’eroina in primis. Più recentemente ha fatto il suo ingresso anche nel giro della cocaina dove viene usato, anche all’insaputa degli acquirenti, per tagliare le partite di altri stupefacenti aumentandone così la pericolosità.
Sulle motivazioni dell’utilizzo stupefacenti, relativamente ai giovani, c’è quella di sperimentare sensazioni di piacere e per sentirsi a proprio agio nel trascorrere una serata con i coetanei, eliminando le inibizioni e le barriere psicologiche alle proprie capacità espressive e comunicative, sia fisiche che verbali. “Di fronte ad un insuccesso scolastico o ad una lite familiare”, si spiega nella analisi di Telefono Azzurro, “per fare qualcosa di diverso in gruppo o al contrario per non sentirsi diversi dai propri amici, per assomigliare agli adulti, per noia, curiosità o desiderio di rilassarsi, molti giovani ricorrono alle bevande alcoliche e alle droghe in generale.
Alcool, cannabis e altre sostanze psicoattive sono spesso un mezzo per evitare l’ansia e la paura legate al presente e al futuro”. Inoltre prende piede tra i ragazzi il fenomeno del poli-abuso, diventata una pratica comune tra gli adolescenti italiani. “C’è una tendenza all’uso contemporaneo, all’interno di una stessa occasione, ad esempio una serata in discoteca, di più droghe e quasi costantemente di alcol”, come sottolineato dal Dipartimento Politiche Antidroga.
I rischi maggiori sono naturalmente quelli per la salute e per la sicurezza, di se stessi e degli altri, a breve come a lungo termine: la ridotta lucidità mentale, il rischio di incidenti stradali, ridotte performance o drop-out scolastico, sviluppo di una dipendenza da una sola sostanza o mista. “I ragazzi non sempre sono consapevoli”, rivela l’Osservatorio Adolescenti (Telefono Azzurro e DoxaKids, “delle conseguenze negative determinate non soltanto dalle cosiddette droghe ‘pesanti’ ma anche dalle sostanze considerate ‘leggere’ come la cannabis, peraltro maggiormente diffuse.
Tutte le sostanze psicoattive, inoltre, agendo su un substrato in crescita, possono influire sul funzionamento cerebrale, in particolare delle aree prefrontali deputate ai processi decisionali e alla regolazione emotiva-comportamentale, influendo su abilità molto importanti quali la memoria, l’attenzione e le capacità cognitive generali”. Porre rimedio all’uso di droga non è facile, e la prevenzione cerca almeno di dare stimoli culturali e scientifici per far capire i rischi alla salute, i pericoli per l’integrità fisica e mentale, il futuro che sarà fatto di dipendenza, isolamento e malattie.
Così la prevenzione si concentra sulle sostanze lecite e illecite, ma riguarda anche la sicurezza stradale, il gioco d’azzardo e uno stile di vita sano. Si fa quello che si può nelle scuole con l’impegno degli insegnanti, così come autorità sanitarie locali, forze dell’ordine e agenzie sociali private. Sono principalmente limitati alla fornitura di informazioni e alla sensibilizzazione, mentre i metodi più interattivi o le attività peer-to-peer rimangono limitati.
Le campagne sui mass media continuano a essere una parte essenziale della strategia di prevenzione. Infine il coinvolgimento delle famiglie è considerato centrale per tutti gli sforzi di prevenzione e quasi tutte le regioni hanno progetti di prevenzione universale rivolti a famiglie, insegnanti e operatori sociali.
Le attività di prevenzione, spesso si spingono verso forme più dirette e sono rivolte anche agli immigrati; agli abbandoni scolastici e giovani con attività delinquenziali alle spalle; famiglie con problemi di uso di droghe o con problemi di salute mentale; e giovani socialmente emarginati.