Doppio colpo alle eccellenze del Made in Italy. Per Bruxelles il vino può essere allungato con l’acqua e al posto di prosciutto, salame e formaggio, la ricetta della buona tavola Ue prevede gli insetti. La levata di scudi degli agricoltori e produttori italiani è stata unanime e dura.
Si parla di danni economici e di immagine per i produttori e rischi per la salute dei consumatori. Di ettolitri davanti alla Spagna con 20,2 e alla Francia con 13,8. Doppio colpo, inaspettato, alle eccellenze del Made in Italy.
“La dealcolazione dei vini a denominazione di origine significa creare le condizioni di consumo di prodotti artefatti e ingannevoli.
“Non può essere permesso di chiamare vino un prodotto”, osserva il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, “in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per effetto di trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino”. Per i produttori si tratta di “un inganno legalizzato per i consumatori che si ritrovano a pagare l’acqua come il vino”.
Se Bruxelles dovesse insistere per i produttori sarebbe uno schiaffo alle imprese e un rischio per i consumatori. L’introduzione della dealcolazione parziale e totale, osservano, “rappresenta un grosso rischio ed un precedente pericolosissimo”. In altri versi per Prandini, “metterebbe fortemente a rischio l’identità del vino italiano e europeo, anche perché la definizione “naturale” e legale del vino vigente in Europa prevede il divieto di aggiungere acqua”.
L’attacco di Bruxelles compromette la principale voce dell’export agroalimentare nazionale che complessivamente sviluppa un fatturato di oltre 11 miliardi in Italia e all’estero.
La novità arriva peraltro in un momento difficile per il settore per il drammatico crollo del consumo di vino Made in Italy all’estero che raggiunge il minimo storico da oltre 30 anni per effetto del calo del 20% nelle esportazioni nel 2021, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat a gennaio con l’Italia è il principale esportatore mondiale di vino. L’autorizzazione alla commercializzazione come alimento delle larve gialle essiccate del tenebrione mugnaio, meglio note come tarma della farina, dopo la valutazione scientifica da parte dell’Efsa. “Si tratta”, fa presente la Coldiretti, “del primo via libera nell’Unione all’utilizzo alimentare umano di un insetto intero, ai sensi del regolamento (UE) 2015/2283 sui Novel Food”. Secondo gli esperti il suo consumo non risulta svantaggioso dal punto di vista nutrizionale e non pone problemi di sicurezza alimentare, “anche se”, ricorda la Coldiretti, “il Novel Food a base di Tenibrio molitor può indurre sensibilizzazione e reazioni allergiche alle proteine dell’insetto e può causare reazioni in soggetti con allergia ai crostacei e agli acari della polvere”. Dalla parte dei produttori italiani c’è la posizione dei cittadini a cui non piacciono, – secondo l’ultima statistica al 54% dei consumatori – le novità alimentari introdotte da Bruxelles.