Il suggerimento alla politica dell’industriale Raimondo Grassi, presidente del movimento civico ‘Roma Sceglie Roma’.
La Roma della post pandemia, il lavoro per le generazioni che stanno crescendo, costrette a fuggire verso le metropoli europee e che lasciano la capitale; i problemi mai risolti di una città che non vuole diventare moderna.
Di questi ed altri temi abbiamo avuto modo di parlare con Raimondo Grassi, conosciuto imprenditore romano, a capo di un movimento civico ‘Roma Sceglie Roma’ che negli ultimi 4 anni ha lavorato per costruire una rete notevole di contatti trasversali alla politica e che si appresta a dire la sua, specialmente in vista delle elezioni della Capitale.
È fondamentale il progetto di città con proposte concrete per risolvere innanzitutto le emergenze gestionali – ci confida Grassi – e avviare parallelamente un piano di sviluppo strategico per la città che crei posti di lavoro e sia attrattivo soprattutto per i nostri giovani. Roma deve puntare fortemente su di essi. Il Covid ha avuto un impatto devastante con la sparizione di 47mila posti di lavoro e un decremento di oltre il 2% rispetto all’anno precedente. A farne le spese sono soprattutto i giovani che hanno patito un calo dell’occupazione pari al 71% con una perdita di oltre 6mila occupati.
Qual è dunque la ricetta di Roma Sceglie Roma?
Innanzitutto la creazione di una piattaforma digitale con l’obiettivo di fornire ai giovani della nostra città e non solo, un punto di riferimento per orientarsi nelle professioni del futuro, nelle cosiddette nuove professioni, atteso che Roma possiede straordinarie potenzialità per i molteplici settori che la interessano. Il mondo è in continua e rapida evoluzione e siamo convinti che i giovani, già dall’età scolare, vadano orientati indirizzati e informati sulle nuove professionalità richieste dal mercato. Non possiamo pensare di fare tutti gli avvocati, gli ingegneri, gli architetti o i medici esiste un mercato assai ricettivo per nuove professionalità che apre le porte ad un numero elevato di posti di lavoro; mi riferisco alle oltre 20 professioni del futuro individuate dagli osservatori internazionali più autorevoli.
Ci faccia un esempio architetto
Mi riferisco alla figura dell’energy manager ad esempio che cura l’analisi e l’ottimizzazione dell’uso dell’energia negli enti pubblici e privati, consentendo grandi benefici economici e ambientali, o al “broadband architect” (letteralmente l’architetto delle televisioni) che si occupa di integrare il mondo attuale della Tv con il mondo online della web tv. Mi riferisco anche ai “green jobs” (lavori verdi), nei settori dell’agricoltura e del manifatturiero per il risanamento e per il miglioramento della qualità dell’ambiente. Roma vanta il più grande comparto agrario e verde d’Europa per cui è intuibile quante potenzialità possano avere queste professionalità: 432mila imprese hanno già investito in questo settore con 3 milioni di italiani che vi lavorano e con un incremento del 3,4% dell’occupazione del settore.
Da Roma deve ripartire un messaggio di innovazione e di cultura rivolta alle più moderne tecnologie; pensiamo all’industria, che affida i processi produttivi alle intelligenze artificiali e alla robotica. Su questo stiamo, ad esempio, studiando una soluzione all’annosa questione dei rifiuti, mentre Regione e Comune ancora discutono sul che fare dei nostri rifiuti in un rimpallo di responsabilità a dir poco vergognoso, che costa ai romani la Tari più cara d’Italia per vivere in una città sporca e indecorosa. Abbiamo individuato delle tecnologie di ultima generazione, che presto presenteremo, che lavorano i rifiuti e li trasformano in risorsa, grazie all’ intelligenza artificiale. Roma conta un elevato numero di atenei che vanno messi maggiormente a sistema per creare un polo tecnologico culturale di informazione e formazione per il mondo del lavoro, che si avvalga anche della piattaforma digitale che abbiamo predisposto.