Cresce la consapevolezza degli italiani sull’elevato impatto ambientale causato dai consumi alimentari: un sondaggio della piattaforma The Fork, condotto ad aprile su oltre 2000 dei suoi utenti, rivela che l’83,8% include il cibo tra le cause dell’inquinamento.
Il 54,8%, però, pensa che gli sprechi alimentari domestici e non siano diminuiti durante la pandemia, e il 39,9% sostiene che i consumi di alimenti ad alto impatto ambientale siano in calo. Il che denota una maggiore attenzione verso la causa.
Così, dal Veneto arriva la risposta alla domanda che molti si pongono: “quanto impattano sull’ambiente i cibi che portiamo a tavola?”
La tecnologia rivelatrice
Grazie all’intuizione di due giovani di Mirano (Venezia), Andrea Longo ed Edoardo Danieli, e all’apporto scientifico di eAmbiente, socia della startup, azienda veneta leader in ingegneria e consulenza ambientale ed energetica, ora è possibile conoscere il “prezzo ambientale” di un prodotto.
L’applicazione riporta principalmente due informazioni: la salubrità del cibo, ossia la qualità dei valori nutrizionali e degli ingredienti, e l’impatto ambientale del prodotto.
L’aspetto innovativo di Setai è che permette di calcolare le emissioni di gas serra generate durante tutto il ciclo produttivo. A ogni prodotto finito è attribuita una categoria di riferimento che ha una sua emissione di anidride carbonica a livello medio nazionale, in base a dati certificati dall’Unione europea e dalle maggiori Università. Si applicano, poi, correttivi in base al metodo di trasporto utilizzato, all’origine dell’ingrediente, in base al livello di trasformazione industriale, per giungere a una valutazione finale per ogni singolo prodotto alimentare venduto.
Come cambia la spesa
Con la fotocamera dello smartphone il consumatore scansiona il codice a barre del prodotto e ottiene le informazioni desiderate. Un’evoluzione nel modo di fare la spesa che permette di fare scelte più consapevoli.
La produzione di cibo è causa del 25% del totale delle emissioni prodotte dall’uomo e, “se tutti gli italiani usassero Setai per stabilire l’impronta di carbonio dei prodotti alimentari, tutti sarebbero sensibilizzati all’acquisto”, afferma Gabriella Chiellino, presidente di eAmbiente e socia di Setai.
“L’obiettivo di Setai è espandersi in Italia e in Europa e diventare un punto di riferimento anche per quelle aziende che vogliono mostrare, già sull’etichetta, i dati dell’impatto ambientale dei loro prodotti”.
Come sostiene Danieli, “la buona notizia, quindi, è che fare scelte sostenibili non costa nulla, basta essere informati”.