venerdì, 15 Novembre, 2024
Parlami d'Ecologia

Bonelli (Verdi): “Transizione ecologica e non finzione ecologica”. Pnrr? Deludente

L’Italia  dovrà fare un grande salto culturale verso l’affermazione di una visione ecologica. Questo l’auspicio di Angelo Bonelli, Coordinatore nazionale dei Verdi. Nella seconda uscita della rubrica “Parlami d’Ecologia” sono  toccati i  seguenti temi: i fondi del Piano Nazionale, le aspettative deluse dei Verdi, le proposte ed i progetti per portare l’Italia alla tanto annunciata transizione ecologica.

Angelo Bonelli, Lei come Coordinatore nazionale dei Verdi, con il suo movimento, ha presentato al premier Draghi ed al Governo: “10 proposte Green per curare l’Italia”. Può illustrarci le iniziative?
Avevamo presentato al premier Draghi una proposta in 10 punti per far partire la transizione ecologica e il lavoro nel nostro paese. Purtroppo senza successo. Chiedevamo di investire nel trasporto pubblico perché le nostre aree urbane si trovano in una situazione difficile ed in altri drammatica dal punto di vista dell’offerta della mobilità urbana. In Italia disponiamo di 5,3 km per milione di abitanti di rete tramviaria a fronte degli 11,7 Km della Francia e i 23,3 km della Germania. Nel nostro paese abbiamo 234 km di linee metropolitane quando la sola città di Madrid ne ha 290 e la Germania 630 km. Il ritardo infrastrutturale dell’Italia nel trasporto pubblico rispetto all’Europa è pesante e questo incide sulla vivibilità delle nostre città e sull’economia e sulla salute: secondo l’ultimo report dell’agenzia europea per l’ambiente in Italia lo smog provoca 52 mila decessi l’anno, un’emergenza sanitaria dimenticata.

Queste iniziative a giudizio dei Verdi sono irrinunciabili per una vera transizione ecologica. Lei crede che in Parlamento troverete ostacoli?
Purtroppo il recovery plan proposto da Draghi e approvato dal Parlamento non va nella direzione della transizione ecologica, che abbiamo rinominato finzione ecologica. Il piano dimentica le città italiane. Per i treni regionali su una flotta circolante di 456 treni, di cui 250 ancora alimentati a gasolio, solo il 10% verrà sostituito mentre per gli autobus, su una flotta circolante di 42.800 autobus, molto vecchia e con eccessivi costi di manutenzione, solo l’11% verrà cambiato, pari a 5.400 autobus: i pendolari italiani continueranno ad essere dannati. 

Sull’energia, come abbiamo più volte denunciando, si stanziano risorse pubbliche per produrre idrogeno dal gas premiando con soldi pubblici  aziende come Eni e Snam che invece di  avviare la decarbonizzazione  continueranno ad estrarre idrocarburi. 

costi delle vostre proposte tra infrastrutture e mezzi, appaiono alti, inoltre la transizione ecologica ha più sfaccettature. Ad esempio, anche l’industria tecnologica militare chiede fondi. Il Governo ascolterà tutti, ma dovrà prendere una decisione perché i fondi non basteranno per tutti. Voi cosa vi augurate?
Spendere soldi dei fondi europei destinati a costruire la conversione ecologica, creare lavoro, potenziare la sanità pubblica, la scuola per utilizzarli per le spese militari è un fatto eticamente inaccettabile, non superiamo la crisi economica e sociale con i cannoni e i caccia bombardieri. Un amato presidente della Repubblica come Sandro Pertini diceva: “Svuotiamo gli arsenali, riempiamo i granai”.

Se le vostre aspettative andranno deluse o di molto ridimensionate, cosa farete?
Il Piano di Draghi è estremamente deludente  per questo abbiamo ultimato un dossier analitico che invieremo alla commissione europea e al parlamento europeo affinché possano essere realizzate modifiche importanti che riguardino o settori strategici nel settore del trasporto pubblico, dell’acqua, della mobilità elettrica e dell’energia rinnovabile.

Tra i punti del programma dei Verdi c’è anche la bonifica di siti industriali e territori. Serviranno tempi lunghi e comunque un nuovo modello di sviluppo. Avete delle proposte alternative per una economia post industriale?
Noi Verdi non siamo contro l’industria, ma come in tutti i settori della società le scoperte scientifiche e tecnologiche accelerano dei cambiamenti e la grande emergenza , dimenticata, del cambiamento climatico che mette in discussione il futuro del pianeta, deve essere affrontato riducendo l’inquinamento e potenziando i controlli. Nel Pnrr Draghi sulle bonifiche prevede solo 500 milioni di euro una goccia nel mare se pensiamo al disastro ambientale di Priolo, di Taranto, della Terra dei Fuochi, della Val d’Agri, di Porto Torres: nei siti da bonificare vivono 6 milioni di persone che sono state abbandonate al loro destino.

Ci sono emergenze che i Verdi sottolineano, come la tutela delle acque e cambiamenti climatici. Serviranno sforzi notevoli. Soprattutto per cambiare l’approccio culturale verso i beni naturali. Credete che i cittadini siano pronti a ridurre sprechi e considerare le fonti naturali non infinite?
Anche sul tema delle acque il Pnrr di Draghi tradisce le promesse iniziali, per quanto riguarda la depurazione e la  rete fognaria  è prevista la cifra irrisoria, di 600 milioni di euro, nonostante una condanna da parte delle Corte di Giustizia europea di 80 mila euro al giorno per la mancata depurazione delle acque reflue nel nostro paese. Sulle reti idriche che perdono 100.000 litri a secondo c’è un investimento di soli 900 milioni: l’acqua persa potrebbe dare da bere a una popolazione di 40 milioni di persone.  

Non vi è dubbio che i cittadini possono fare molto avendo comportamenti virtuosi che portino al risparmio dell’acqua, ad evitare lo spreco alimentare ed energetico, ma se chi governa non se ne preoccupa non si da un buon esempio;  anzi…  

Lei onorevole Bonelli parla di sfida, perché c’è il rischio che l’Europa e l’Italia sottovalutino la portata dei problemi e la necessità di cambiare. Per il movimento ecologista sarebbe un grave danno. Lei è ottimista o teme che ci sia, al di là, degli annunci un disinteresse verso le politiche Verdi?
L’Italia ha bisogno di un profondo cambiamento culturale e i giovani possono  avere un ruolo importante in questo processo di trasformazione della nostra società che ha il bisogno di rendere centrale nei comportamento degli individui e delle istituzioni l’etica della responsabilità. Alle ultime elezioni europee i Verdi italiani hanno ottenuto il 2,3% nella circoscrizione europea abbiamo ottenuto il 10%. Questi dati danno la misura della differenza tra l’Italia e l’Europa su questi temi e sul voto politico, ma noi ci stiamo organizzando perché vogliamo rendere i Verdi una forza centrale nella società impegnata nella giustizia sociale e ambientale che dialoghi con il modo cattolico che si riconosce nell’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco e con il mondo dell’economia che vuole investire nella conversione ecologica.

Ad esempio Noi Verdi guardiamo con grande preoccupazione alla sottovalutazione che il Pnrr ha avuto su un tema importante come quello degli asili nido. Con il piano si costruiranno 228.000 posti per i bimbi negli gli asili nido e scuole materne a fronte di un fabbisogno di 1.250.000 posti, il piano Colao  prevedeva stanziamenti per coprire il 60% per un totale di 750.000 posti: solo nel 2019 25.000 genitori, quasi tutte donne,   sono licenziati dal lavoro perché non riuscivano ad avere cura dei propri figli. Anche e principalmente di questo dobbiamo occuparci.

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