L’arresto dei brigatisti rossi in Francia è stato accolto da noi con sobria esultanza. E’ stato descritto come un sintomo della ritrovata amicizia e collaborazione con i cugini d’oltralpe. Ma è proprio così?
Il ministro degli interni francese ha parlato con orgoglio della “vittoria delle forze dell’ ordine” e ha dichiarato chiuso il caso tacendo sulla lista di altri circa 190 terroristi che continuano a vivere tranquillamente nel Paese..
Nella mentalita’ di uno stato che ha il pregio di esistere da piu’ di novecento anni non vi e’ mai stata l’idea di fare un regalo: semmai si puo’ parlare, dopo trent’anni, di una gentile concessione. Quale sara’ la contropartita?
La Francia è un paese attanagliato da una profonda crisi di valori, sociale, economica, culturale ed ora anche sanitaria, debole rispetto alle sue ambizioni internazionali. Il suo ruolo risulta ridimensionato da giganti come Cina, Russia ed India. La leadership del presidente Macron e’ in difficolta’.
I consensi calano e le proteste sono ben piu’ violente di quelle viste in Italia. Non è riuscito a produrre con la propria industria un vaccino in tempi ragionevoli.
La Francia continua ad essere oggi nel mirino del terrorismo islamico. Sconta oggi gli errori sociali commessi in decenni di mancata integrazione degli immigrati dalle colonie. l’Italia, è in una situazione quasi anomala rispetto all’ Europa. Siamo stati finora solo marginalmente sfiorati dalle tensioni islamiche. Cio’ e’ il frutto probabilmente di una maggiore efficienza delle forze di polizia e dell’intelligence, ma anche di una cultura, socialmente meno sprezzante e piu’ attenta all’integrazione verso i migranti. Inoltre, la maggior parte di quelli che arrivano in Italia tendono a spostarsi verso il nord Europa. La Francia ha quindi bisogno dell’Italia per filtrare i flussi di entrata e per individuare e stanare potenziali terroristi islamici, che sostano sul nostro territorio. Le forze di “intelligence” francesi hanno spesso mostrato le loro lacune in questo campo. Quindi ben venga una maggiore collaborazione con le forze italiane. Ma allora, se e’ bene acclamare una ritrovata armonia europeista, va anche riconosciuto che con questo “dono tardivo” arriva probabilmente anche una richiesta pressante. A Parigi c’e’ un gran bisogno di un aiuto, che solo l’Italia puo’ dare, nell’ intercettazione di spostamenti che possono alimentare le correnti estremiste d’oltralpe.
E’ lecito pensare che la Francia si aspetti dall’Italia un controllo dei flussi migratori e un sostegno, soprattutto di intelligence, contro il terrorismo islamico. Una contropartita significativa rispetto alla riconsegna alla giustizia italiana di terroristi da decenni condannati in via definitiva