Un coro di incredibili critiche si è levato dai sedicenti “garantisti” contro la decisione di Macron di far arrestare, finalmente, i 10 terroristi italiani condannati in via definitiva e a spasso nella douce France.
Si obietta: da anni vivono come persone libere sul suolo francese dove non hanno compiuto reati; hanno messo su normali famiglie; è un’ingiusta e inutile vessazione interrompere questa tranquillità esistenziale e riportarli nelle patrie galere. E si interpreta il tutto come una tardiva vendetta dello Stato italiano. Nulla di più falso e ipocrita.
I garantisti a senso unico si preoccupano molto dei colpevoli e per nulla delle vittime.
Ai 10 terroristi, responsabili di crimini gravissimi non è stato fatto alcun torto. Sono stati giudicati e condannati con un giusto processo. Potevano scontare le pene e rieducarsi, come prevede la Costituzione. Hanno i fatto i furbi e, da vigliacchi, invece di accettare la loro sconfitta sono scappati sotto l’ombrello della “dottrina Mitterrand” che tratta crimini gravissimi e assassini come se fossero semplici reati di opinione.
Chi si preoccupa del “trauma” che subiranno finendo in carcere non tiene conto della sete di giustizia, non di vendetta, di orfani e vedove le cui esistenze sono state lacerate dal dolore. Sono loro che devono essere garantiti. Nessuno dei 10 terroristi dall’esilio dorato francese ha sentito il dovere quanto meno di ammettere la gravità di quello che aveva fatto e di chiedere scusa alle famiglie delle vittime. Non lo hanno fatto neanche coloro che sono stati pubblicamente perdonati dai parenti delle vittime.
E allora i garantisti a corrente alternata abbiano il pudore di tacere e l’onestà intellettuale di ammettere di aver preso un abbaglio.