0
Un momento dei controlli dei carabinieri in zona Villa Pamphili a Roma in occasione dell'operazione "Estate sicura", 10 agosto 2012. ANSA/CLAUDIO PERI

Il coprifuoco rimane alle 22: il metodo Salvini non funziona con Draghi

giovedì, 22 Aprile 2021
1 minuto di lettura
La sconfitta per Salvini è stata doppia. Ha dovuto subire il no al suo diktat che voleva imporre il coprifuoco alle 23  e ha dovuto  far buon viso a cattivo gioco perchè i suoi ministri non hanno seguito l’ordine di scuderia di votare contro la decisione del governo  e si sono astenuti.

Peggio di così non poteva andare al leader leghista.

Chissà se questa duplice brutta figura farà capire all’irruento capo politico della Lega che è ora di cambiare registro.

Da quando ha votato la fiducia al Governo, Salvini  si è prodigato in una politica del doppio binario: nelle sedi istituzionali ha sempre assicurato pieno sostegno a Draghi;nelle piazze e sui social non ha perso occasione per criticare le scelte del Governo e indicare una linea autonoma leghista spesso in radicale contrato con la politica dell’Esecutivo.

L’unica spiegazione razionale di questo comportamento politicamente “bipolare” può essere questa: Salvini non era molto  convinto di appoggiare il Governo, ha dovuto subire quella scelta e ora cerca di distinguersi per rivendicare una sorta di diritto alla politica delle mani libere.

Il metodo Salvini apparentemente assicura visibilità , ma in realtà  rischia di far perdere credibilità e capacità di leadership al segretario leghista: sostenere tesi diverse a seconda del pulpito da cui si parla e sistematicamente essere sconfessato dal Governo non depone bene per chi si sente un abile e invincibile condottiero.

 

QUESTIONE DI STILE

Salvini ha tutto il diritto di suggerire a Draghi soluzioni diverse da quelle proposte dagli altri partiti della coalizione. Ma lo deve  fare con garbo, nelle sedi istituzionali, usando un linguaggio univoco e non equivoco e-soprattutto- evitando toni ultimativi che minacciano fuoco e fiamme cui puntualmente non segue un bel nulla.

Draghi ,probabilmente, anche sul piano caratteriale, nel modo di gestire le conflittualità è l’esatto opposto di Salvini. Se applica a Palazzo Chigi le buone pratiche utilizzate nell’Eurotower di Francoforte, Draghi ascolta, sceglie una linea intorno alla quale cerca il consenso, non si fa spaventare da  chi fa la voce grossa e tira dritto.

Salvini potrebbe chiedere a Jens Weidman , il governatore della Bundesbank inutilmente oppositore di Draghi alla Bce, qualche consiglio su come evitare continue sconfitte e poco onorevoli brutte figure.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:

Potrebbero interessarti

Guardare ai 5S o a chi non ha votato?

In Italia la democrazia è solida, l’elettorato è liquido, i…

Incontro Italia-Azerbaijan su energia, turismo e agricoltura

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, si è recato in…