sabato, 21 Dicembre, 2024
Società

La Garibaldite: Rilettura critica del Risorgimento al Sud

Vincenzo Giannone, direttore didattico e scrittore, dirigente della P.I, profondo conoscitore della scuola e della formazione, da sempre approfondisce gli aspetti storici afferenti al Mezzogiorno d’Italia.

Di recente pubblicazione è il suo libro: «La Garibaldite – Storia delle falsità e delle ipocrisie risorgimentali», edito da Alelio Editore, in 1016 pagine. Giannone narra e analizza fatti storici e culturali che fanno riflettere sulla spedizione dei Mille e sugli effetti postunitari da essa prodotti, non sempre benefici per il Sud del Paese.

Direttore Giannone, La Garibaldite: effetto straordinario o riprovevole per il Mezzogiorno?
Indubbiamente questa malattia, la garibaldite, ha avuto un effetto distruggente e tossico sulle popolazioni dell’ex Regno delle Due Sicilie se si considerano i risultati ottenuti con l’annessione al Piemonte e l’unità nazionale: persecuzione civile e religiosa, uccisioni, incendi, povertà, emigrazione, distruzione di ogni valore della tradizione, annientamento di sette secoli di storia, d’arte, di economia e di diritto… un disastro economico i cui effetti ancora oggi sono sotto gli occhi di tutti.

Direttore, la sua rivisitazione storica – culturale – politica di quella esperienza può tornare utile ai nostri giorni? Può il Mezzogiorno immaginare un “Rilancio” anche attraverso una “Verità storico Sociale” atta al riequilibrio fra il Nord e il Sud?
Indubbiamente sì. Conoscere il passato per capire il presente e progettare il futuro è utile e indispensabile. Un popolo che non conosce la sua storia è un popolo morto, senza identità, è un figlio senza genitori, che stenta a vivere. Chi siamo e da dove veniamo, perché oggi siamo in questo stato di “abbandono” e di “miseria”, questa è la domanda cui bisogna dare una risposta? E la risposta è nella nostra storia. Bisogna analizzare il passato per ritrovare l’orgoglio meridionale avvilito dalla rivoluzione “unitaria” del 1860, che è una garibaldite. Se tutti prenderanno coscienza di ciò che eravamo fino a 160 anni fa, ci sarà nel tempo una rinascita politica e sociale oggi osteggiata da tutti i governi a favore del Nord. Soltanto riscoprendo i nostri antichi valori, distrutti e sepolti dalla falsa politica unitaria, che più che unire divise in due l’Italia, possiamo sperare in un futuro migliore.

Direttore, lei non è nuovo ad iniziative atte a riscrivere la Storia. Il Consiglio comunale di Scafati, su sua iniziativa e su mia proposta, (all’epoca ero Consigliere Comunale) nel 2011 deliberò all’unanimità di intitolare la scuola primaria e dell’infanzia di Scafati, sita in via Genova, di cui ella era dirigente, a Ferdinando II° di Borbone e a Maria Cristina di Savoia. Il 31 maggio 2011 ci fu una bellissima manifestazione pubblica d’inaugurazione cui partecipò anche il Principe Carlo di Borbone…. Cosa significa per lei riconsiderare e riscrivere la Storia?
Dieci anni fa noi scoprimmo un segreto, un intrigo, una calunnia magistralmente costruita a carico del nostro re Ferdinando II di Borbone. Abbiamo scoperto che i nostri “rigeneratori” ci avevano ingannato, che Ferdinando II, le cui tracce della sua opera sono ancora presenti sul territorio di Scafati, per quante colpe avesse, era stato un buon re indulgente e protettore del popolo, tranne che per gli esuli politici graziati, che da decenni aspiravano alla sua morte non solo fisica ma anche politica. E così uccidendo il padre lasciarono disorientata e senza sostentamento l’intera famiglia meridionale per favorire l’annessione al Piemonte e l’unità nazionale, che fu realizzata a spese del Sud. Il primo lampante esempio che possiamo citare fu il salvataggio della Compagnia di navigazione Rubattino di Genova, che aveva fornito le navi a Garibaldi per attuare la spedizione dei Mille. La Rubattino fu salvata dal disastro economico e dal fallimento con i soldi dei napoletani, e forse anche dei siciliani. Così è nata ed è cresciuta sino ad oggi l’Italia meridionale, un tempo florida e ricca, apprezzata e stimata in tutta Europa con i re Borbone.

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