Un rebus con in mezzo milioni di persone dagli adolescenti agli 80enni, dove si fronteggiano dati scientifici, esami clinici, chimici, studi, ricerche screening di massa e controlli sugli effetti e danni alla salute. È il mondo del fumo, dei suoi danni e dei pro e contro, sull’uso delle e.cig le sigarette elettroniche, che dopo la morte, di un fumatore americano dell’Illinois (la riservatezza – e gli interessi in ballo – sono arrivati al punto che l’identità di questa persona, che aveva tra 17 e 38 anni, e la data del decesso non sono state rese note) si è scatenato un vortice di perplessità sugli effetti di e.cig e “vaporizzatori”, tanto che la sfida si è fatta più veemente e interessante.
Partiamo dal decesso e dagli inviti alla calma a “non sparare” una notizia che fa riferimento ad un unico caso. Su questa linea di cautela si pone Francesco Cognetti, oncologo (direttore di Oncologia medica dell’Istituto nazionale tumore ‘Regina Elena’) e presidente della Fondazione “Insieme Contro il Cancro”. “Ci sono diversi tipi”, ricorda Cognetti, “di malattie ai polmoni, ed è difficile attribuire una correlazione all’uso di e-cig in un singolo caso. Inoltre la maggior parte delle sigarette elettroniche hanno dimostrato minor rischio cancerogeno rispetto alle sigarette classiche, soggette a combustione”.
Sull’altro fronte il caso del morto in Illinois è la riprova che è.cig sono un rischio per salute, in particolare per i ragazzi; nate per evitare il fumo, al contrario, sono considerate il trampolino per gli adolescenti per passare alle sigarette vere. In Italia sono 11,6 milioni i fumatori di sigarette tradizionali. Il primo dato negativo, riportato nelle analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, è la “stagnazione”, ovvero negli ultimi 10 anni la situazione del numero dei fumatori è rimasta invariata, malgrado i moniti, le immagini choc sui pacchetti di sigarette, uomini, donne e ragazzi continuano a fumare. Prima riflessione, i dati dicono che i consumatori di sigarette elettroniche o di sigarette a tabacco riscaldato sono fondamentalmente fumatori duali o non fumatori.
In Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono circa 900 mila. Di questi l’80,1% sono fumatori, dunque consumatori duali che fumano le sigarette tradizionali e contemporaneamente l’e- cig.
Per quanto riguarda le sigarette a tabacco riscaldato, queste vengono utilizzate abitualmente o occasionalmente da circa 600 mila persone. La loro notorietà, segnala l’Istituto superiore di Sanità, è più che triplicata passando dal 18,9% nel 2015 al 67.3% nel 2019. La crescita ha generato interrogativi e anche risposte sui pericoli. L’ultima conferma che le sigarette elettroniche non sono immuni da rischi, arriva da uno studio presentato nel corso dell’appuntamento annuale dell’American Stroke Association, che ha evidenziato un aumentato rischio di essere colpiti da un ictus cerebrale e da un infarto, di sviluppare una malattia coronarica. Il problema nasce dalla assiduità dell’uso, – ma per alcuni ricercatori i danni si vedono nell’immediato – che mette a repentaglio la salute del cuore e del cervello, e ricordano che le malattie cardiovascolari rimangono la prima causa di morte al mondo.
La ricerca è di un certo rilievo perché sono state coinvolte oltre quattrocentomila cittadini americani. Tra di loro, oltre 66mila utilizzatori delle sigarette elettroniche e quasi 344mila persone che hanno dichiarato di non averne mai fatto uso. “Attraverso un modello statistico”, si ricorda nella presentazione della ricerca, “partendo dall’attitudine al consumo e dalla sua frequenza, gli scienziati hanno potuto determinare probabilità sensibilmente più elevate di avere un iictus +71 per cento; un evento cardiaco acuto + 59 per cento, e di andare incontro a una malattia coronarica + 40 per cento”.
Sul tema della facilità di consumo rivolta ai giovani premono con allarme, anche i report e gli studi dell’Airc (Associazione italiana ricerca cancro) e la Fondazione Veronesi nella loro costante opera di prevenzione contro i tumori. La questione è delicata perché per i giovani la sigaretta elettronica appare un innocuo passatempo ma così non è, per colmare un vuoto informativo o di comunicazioni pubblicitarie interessate ai consumi, Airc e Fondazione Veronesi mettono in rete studi e ricerche che dimostrano i rischi del fumo elettronico, come nel caso di Larry Goldstein, co-direttore del dipartimento di neuroscienze dell’Università di Lexington, che si occupa degli effetti sui ragazzi.
“Si tratta di evidenze che dovranno essere confermate, ma di cui occorre tenere conto”, fa presente Goldstein,
“le sigarette elettroniche sono infatti state concepite per risultare attrattive soprattutto agli occhi dei più giovani. Avvicinare i ragazzi a questi prodotti vuol dire esporli a un rischio significativo per la propria salute”. Sono tante le ragioni, secondo gli studi, per cui le sigarette elettroniche rischiano di arrecare danni. Innanzitutto perché, partendo dalla convinzione che facciano meno male rispetto a quelle tradizionali, rappresentano un accesso verso il fumo di sigaretta tradizionale. Ma anche perché lo sviluppo cerebrale va avanti fino ai 25 anni e l’esposizione alla nicotina può provocare dipendenza e danni irreversibili.
C’è poi il funzionamento delle e.cig, le sigarette elettroniche sono dispositivi che riscaldano un liquido e l’aria che viene sprigionata risulta inalata da chi la utilizza, ma pure da chi gli è attorno. Il liquido di solito contiene aromi e nicotina, per cui anche le e.cig sono considerate prodotti del tabacco. Oltre alla nicotina, nelle sigarette elettroniche possono essere contenute particelle ultrafini in grado di raggiungere le vie respiratorie profonde, sostanze aromatizzanti come il diacetile, ritenuti corresponsabili di alcune malattie respiratorie, metalli pesanti nichel, piombo, stagno. Tra rischi e benefici, per molti i pericoli pesano di più. Inoltre c’è da non sottovalutare un paradosso.
In base alla ricerca pubblicata su Plos One (Public Library open acces) – rivista scientifica di pubblico accesso che rende note ricerche originali sulle discipline scientifiche -, anche se questi dispositivi sono venduti come un modo per smettere di fumare incrementano solo marginalmente il numero di adulti che chiude con le sigarette. Non solo: possono incoraggiare l’iniziazione alla nicotina e danneggiare i giovani adulti, introducendoli alla dipendenza da nicotina. Ancora più allarmanti i dati di quattro università americane che facendo un calcolo sui danni osservano che e.cig potrebbero portare a più di 1,5 milioni di anni di vita persi perché potrebbero aumentare in modo sostanziale numero di adolescenti e giovani adulti che diventeranno infine fumatori di sigarette.
Rinunciare a fumare – sigarette normali o elettroniche – tuttavia si può. L’Istituto superiore di sanità, si occupa del censimento annuale dei Centri Antifumo, l’aggiornamento concluso a maggio 2019 registra 292 “Servizi”, si fa presente in una nota divulgativa, “che offrono trattamenti integrati e per questo si avvalgono di differenti professionalità tra cui medici, infermieri professionali, psicologi”. Tra le tipologie di intervento proposte il counselling individuale, la terapia farmacologica, la psicoterapia di gruppo, la psicoterapia individuale e gruppi psicoeducativi.
Presso i Servizi si può accedere alle prestazioni con diverse modalità e forme di contribuzione: alcune prestazioni sono gratuite per l’utente, altre soggette al pagamento del ticket o di altre tipologie contributive.