“Il Centro Nazionale Sportivo Fiamma – Sport Nazionale non abbasserà mai la testa nei confronti delle intimidazioni della criminalità comune e organizzata”. Antonio Arzillo, vicepresidente nazionale del Centro Nazionale Sportivo Fiamma – Sport Nazionale, così commenta i continui raid vandalici ai danni del Centro polifunzionale “Villa Nestore” di Napoli che l’associazione di promozione sociale e sportiva gestisce da alcuni anni garantendo l’avviamento alla pratica sportiva di tanti giovani del territorio che vivono in condizioni di disagio.
Ecco come il giovane dirigente sportivo ha risposto alle domande che gli abbiamo rivolto.
Vicepresidente, quanto è importante il riuso sociale dei beni confiscati alle mafie?
“Ad oltre 20 anni dalla legge 109/96 – che ha introdotto l’uso sociale dei beni confiscati e sequestrati – la prospettiva sociale resta un tassello importante. Grazie a quella visione legislativa è stata garantita la fruizione dei beni da parte della cittadinanza. Così sono nate esperienze definite best practice che hanno valorizzato il riuso, avviando delle vere imprese sociali che possono fare concorrenza nel mercato o che si sono aperte al territorio. Tra queste mi onoro di aver creato Fondo Italia”.
Di che cosa si tratta?
“Di un fondo, ubicato nel territorio di Giugliano, che proprio in queste settimane ha ricevuto la visita del Ministro della Famiglia, il quale ha valutato di persona le nostre attività (agricoltura sociale, parco urbano, braceria e orti sociali). Ovviamente, come ogni indirizzo legislativo sperimentale, esistono luci ed ombre. E dalle tante ombre ed errori commessi bisogna partire per migliorare questa esperienza fondamentale, aprendo ancor di più un settore che se non diventa plurale rischia di implodere su se stesso. Forse questa resta la vera sfida per il futuro: superare la sola logica del riuso sociale, che resta un fondamento nella visione del riutilizzo, ma non deve diventare una gabbia”.
La normativa è sufficiente ed efficace?
“La normativa sicuramente è superata, i sistemi criminali, in questi anni si sono evoluti, e certo non è possibile immaginare di usufruire degli stessi mezzi di contrasto pensati 30 anni fa.
Attualmente la Regione Campania ha oltre 4800 beni; è impensabile che si possano riutilizzare solo nelle due linee di indirizzo sinora seguite, quella istituzionale o sociale. Non tutti i beni devono diventare uffici pubblici o caserme o tantomeno strutture sociali convenzionate, pure perché significherebbe spostare i costi di manutenzione a carico dello Stato, si passa dalle voci di bilancio “patrimonio” alla voce “servizi sociali”.
Su questo ben vengano le nuove linee di indirizzo che sono rivolte alla messa a rendita dei beni, attraverso l’uso commerciale o di fitto, oppure attraverso la vendita del bene, anche se su quest’ultimo punto andrei cauto”.
Di questi aspetti si sono occupati i decreti sicurezza…
“Con i vari decreti Salvini si sono fatti dei passi in avanti per uscire dal vicolo cieco nel quale ci stava portando la normativa attuale: pochi mezzi e uomini per l’Agenzia Nazionale, strutture prefettizie non funzionali alle nuove esigenze, visione del mondo associativo chiuso a difendere una rendita di posizione che fa male a tutto l’ambiente dell’antimafia; insomma una situazione difficile, ma dalla quale bisogna uscire. Abbiamo bisogno di un rinnovamento profondo della normativa, partendo dall’Agenzia, ma anche regolamentando il mondo dei gestori dei Beni: dobbiamo fare la nostra parte, professionalizzando i servizi offerti”.
Il Centro Fiamma gestisce un bene a Napoli ed ha ricevuto minacce. Che, però, non vi hanno fermato. Cosa vi spinge ad andare avanti?
“Gestiamo un bene sottratto alla criminalità, in passato sottoposto a sequestro dall’Autorità Giudiziaria; si trova nella Municipalità di Scampia – Marianella, è un impianto totalmente vandalizzato che abbiamo recuperato e messo a regime. Siamo molto legati a questo bene, anche perché essendo un impianto sportivo polifunzionale, rappresenta per noi un valore anche in relazione alla nostra prima mission statutaria che resta il connubio tra sport e legalità. Purtroppo abbiamo subito nel corso degli anni una serie di azioni vandaliche e veri e propri atti minatori, come un attentato dinamitardo nel 2016. Ma vista la nostra voglia di andare avanti, gli atti di danneggiamento all’impianto continuano almeno una volta a settimana nell’ultimo periodo. Quello che ci addolora è il silenzio assordante dell’amministrazione napoletana”.
Vale a dire?
“Si professa in prima linea nella lotta alla criminalità, ma non ha speso una sola parola nel condannare gli episodi, mentre resta pronta per episodi che coinvolgono organizzazioni politicamente più vicine. Resta il fatto che, seppur con difficoltà, abbiamo risposto sempre impegnandoci il giorno dopo a ripristinare tutti i danni, cercando di dare quella continuità che resta la migliore risposta ai miserabili che di notte vengono a danneggiare il bene. Abbiamo preso un impegno con la comunità sana e le tante persone perbene che vivono nell’VIII Municipalità e resteremo sino a quando il progetto sociale presentato non abbia raggiunto il suo compimento”.