Votare nelle democrazie libere, pluraliste dovrebbe essere il momento più bello -non l’unico- per far manifestare la volontà dei cittadini. Nelle democrazie rappresentative i cittadini votano e delegano agli eletti il compito di prendere decisioni per risolvere i loro problemi.
Il voto è un passaggio solenne della democrazia. Non può essere ridotto ad una corrida, ad uno sfogatoio di istinti confusi, ad un gioco da roulette o da bar.
Queste degenerazioni dell’uso del voto non dipendono dai cittadini ma dalle elites politiche che guidano i partiti che vanno a chiedere il loro consenso. Tocca alle classi dirigenti politiche sapersi rivolgere agli elettori in modo corretto affinché la croce sulla scheda elettorale sia consapevole, e serva a far emergere un quadro politico in grado di prendere decisioni coerenti.
Tutto questo vale ancora di più quando si vota con leggi elettorali proporzionali in sistemi politici con più di due partiti e che quasi sempre, comportano coalizioni di governo.
Se ogni partito si presenta come l’unico e il migliore, in modo manicheo, aizzando i propri elettori a considerare tutti gli avversari come il demonio, il male assoluto, raccontando colossali fiabe o bugie su programmi irrealizzabili, il voto dei cittadini risulta falsato in origine e raramente riesce a tradursi in un’equilibrata rappresentazione delle diverse opinioni: dopo il voto qualsiasi coalizione diventa un tradimento.
Veniamo ad oggi. C’è una gran voglia di votare.
Bene. Votiamo.
E dopo? I casi sono due.
- Vince un solo partito (oggi la Lega) magari col sostegno di qualche partito satellite (Fratelli d’Italia). Il voto sarà servito a dare al Paese una maggioranza di governo.
- Nessun partito o mini coalizione ottiene la maggioranza assoluta dei seggi e quindi dopo il voto bisognerà formare un governo di coalizione.
Quale? Non ci vuole molto a capire. Visto che il PD non si alleerà mai con la destra, o si fa un governo gialloverde o un governo giallorosso, magari con rapporti di forza cambiati. ma sempre alleanze tra opposti “demoni” sono…
Che novità!!! Esattamente lo scenario che c’è oggi.
E quindi? A che sarà servito andare a votare?