lunedì, 16 Dicembre, 2024
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Istat, l’industria migliora le famiglie no

Non tutto sembrerebbe andare male almeno per l’industria italiana.. Stando alle rilevazioni Istat su base nazionale, a febbraio 2021 la dinamica congiunturale della produzione industriale è ancora positiva, confermando il trend di crescita dei due mesi precedenti. Rispetto a gennaio, infatti, la produzione industriale, (esclusa l’edilizia) appare aumentata del 0,2%, mentre nel trimestre dicembre-febbraio è cresciuta dello 0,6% rispetto ai settembre-novembre 2020. Per quanto riguarda i settori più dinamici, è evidente l’influenza sui consumi determinata dalla pandemia. Difatti, su base mensile a crescere sono per lo più i beni di consumo non durevoli (+3,4%), nei quali rientrano tra gli altri la produzione, la lavorazione e la conservazione di prodotti alimentari e di bevande e la fabbricazione di prodotti farmaceutici, mentre calano quelli durevoli (-1,0%), ossia la fabbricazione di apparecchi per uso domestico, di mobili, motocicli, di apparecchi per la riproduzione del suono e dell’immagine.

CRESCONO FARMACI ED ELETTRONICA

Sempre nel mese di febbraio la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici fa un balzo in avanti raggiungendo un +6,3 %, ma l’effetto dei lockdown e dello  smart working è fortemente rintracciabile nel comparto della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi che si attesta a  +1,0%, e a ben +4,6% se lo si paragona ai dati di febbraio 2020.

 

FLESSIONE NEL SETTORE DELLE ENERGIE E DEL TESSILE 

Viceversa, le flessioni maggiori si registrano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-26,2%), nelle attività estrattive (-15,9%) e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-13,7%). Insomma, per quanto riguarda questo primo scorcio di anno, al centro delle abitudini degli italiani ci sarebbero cibo, bevande, tabacco, farmaci e pc piuttosto  che vestiti o auto.

 

IL COMPARTO PRODUTTIVO PENALIZZATO DAL TERZIARIO

Ancora più ottimista il Centro Studi di Confindustria, che rileva un incremento della produzione industriale dello 0,7% in febbraio su gennaio, quando si aveva già avuto un aumento dell’1,3% rispetto a dicembre. I dati, però, convergono su un fatto, che nei primi due mesi del 2021 l’industria italiana conferma la sua resilienza, in un contesto di crisi pandemica, che nelle ultime settimane ha mostrato segnali di reviviscenza. In termini di Pil, però, la tenuta dell’industria, il cui peso diretto sul valore aggiunto nazionale è di circa il 19% (al netto delle costruzioni), si scontra con un settore terziario che vale oltre il 70% del PIL e che risulta ancora fortemente penalizzato dalle necessarie misure di contenimento introdotte dal Governo per limitare i contagi da Covid-19. Le più recenti statistiche (ISTAT e IHS-Markit) confermano la netta divaricazione (che si va ampliando) tra queste due componenti del sistema economico e ciò rende probabile il persistere di un Pil debole nel primo trimestre di quest’anno.

 

MAGGIORE FIDUCIA DA PARTE DELLE IMPRESE

Secondo l’ISTAT, la fiducia delle imprese manifatturiere in febbraio è tornata sopra i livelli di un anno prima, all’inizio dell’emergenza sanitaria. Per gli intervistati, la migliore gestione della crisi sanitaria e l’allentamento delle misure di contenimento in Italia e all’estero hanno sbloccato una domanda latente. Per farvi fronte, le imprese produttrici hanno aumentato il ritmo di acquisti di prodotti intermedi e materie prime e anche l’occupazione ha mostrato segnali positivi.  Ciò non toglie, avvisa Confindustria, che su questo scenario, in netto miglioramento rispetto alla fine del 2020, si proietti ancora l’incertezza legata ai rischi dell’emergenza sanitaria e che, quindi, sia cruciale procedere velocemente alle vaccinazioni per non interrompere sul nascere i primi spiragli di una ripresa debole e lontana dal consolidarsi.

 

FAMIGLIE PREOCCUPATE

“Le aspettative delle famiglie per i prossimi mesi appaiono caratterizzate da una forte incertezza.” sottolinea l’Istituto di Statistica, “A marzo, il clima di fiducia delle famiglie ha mostrato un lieve peggioramento condizionato dai giudizi sul clima economico mentre le attese sulla disoccupazione sono rimaste stabili”.

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