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La politica improvvisata

domenica, 25 Agosto 2019
di
1 minuto di lettura

C’è un minimo comune denominatore che accomuna l’attuale società con la politica. È l’improvvisazione. Quella che crea, alla stregua di moderni Frankenstein, creature appetibili per qualche istante e, sull’onda del cotto e mangiato, esaurite nel giro di qualche talk show o serata in discoteca.

Alla faccia della preparazione, della gavetta e di tutto ciò che comporta sudore e preparazione. Il mondo dei social crea e distrugge l’improvvisato fortunato che si trova a calcare le luci della ribalta con frettolosa animosità, convinto di possedere chissà quale carisma o dono divino che lo porta, suo malgrado, ad ottenere consenso e fama gratuita. Idem per la politica.

Un anno fa, l’improvvisazione portò alla nascita del governo giallo-verde che, con altrettanta improvvisazione è collassato lasciando spazio all’altrettanto improvvisato tentativo di governo giallo-rosso.

Con il rischio che improvvisati, ma capaci, personaggi portati dall’improvvisazione del momento sugli allori della politica internazionale, vengano bruciati nel nome di non improvvisate gattopardesche manovre, poco fruttuose per il futuro del nostro Paese.

La domanda, a questo punto, nasce spontanea: il futuro della democrazia sarà con un voto su di una scheda elettorale o su un improvvisato “like” su un profilo social di qualche improvvisato nuovo messia politico?

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