“Noi viaggiamo su una media 26-27 mila inoculazioni al giorno, ma se ci fossero i vaccini già oggi ne potremmo fare il doppio e arrivare in tempi brevi a 60 mila, pari a 1,8 milioni di dosi al mese. Merito di una rete che nel Lazio conta più di 120 centri vaccinali, circa 2.500 medici di base e i grandi hub”.
Così, in un’intervista a la Repubblica, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, evidenziando il problema legato al tema dell’approvvigionamento: “AstraZeneca rappresenta il più importante fornitore della Ue e questo continuo stop and go crea grossi problemi alle Regioni che devono programmare la somministrazione. Noi stanotte abbiamo aperto le prenotazioni ai 64-65enni, nel frattempo stiamo andando avanti con le seconde dosi per quelli più anziani. Se i vaccini non arrivano dovremo spostare gli appuntamenti e non è facile: parliamo di decine di migliaia di persone. Lavoriamo per evitarlo”.
In merito alla promessa del governo Draghi di arrivare a 500 mila dosi giornaliere entro fine mese, commenta: “Se si è fatta quella scommessa non ho motivo di dubitare che avesse basi solide. Intanto, però, le case farmaceutiche hanno comunicato tagli e ritardi sulle forniture. Un guaio che riguarda tutta Europa, non solo l’Italia. Aggravato da confusione e mancanza di trasparenza, come dire che un vaccino va bene solo per gli under 65 per poi sostenere l’opposto”.
Nel Lazio la previsione è di raggiungere l’immunità di gregge entro l’estate. “La nostra rete – spiega Zingaretti – è tarata su quell’obiettivo. Ma purtroppo non dipende da noi”. Secondo il Governatore “è inutile andare a caccia di colpevoli in piena emergenza. Quando si parla di morti si devono proporre soluzioni, non fare polemiche. A fine marzo gli over 80 rappresentavano circa il 62% dei decessi totali, a conferma che bisognava concentrarsi, come noi abbiamo fatto, su vulnerabili e anziani. Nel Lazio oggi il 58% degli over 80 prenotati ha completato il ciclo vaccinale. E questo ci fa dire con ragionevole certezza che presto avremo un considerevole calo dei morti. Significa che stiamo rispondendo al primo assillo della pandemia: mettere in sicurezza chi avrebbe rischiato di più la vita”.
“Ogni Regione – prosegue Zingaretti – fa storia a sé. Anche noi abbiamo ricevuto pressioni ma abbiamo sempre risposto che la nostra bussola era innanzitutto salvare vite e tutelare alcune funzioni indispensabili dello Stato: sanità, il comparto sicurezza e quello dell’istruzione”. Per quanto riguarda il vaccino Sputnik “dovrà pronunciarsi l’Ema, poi l’Aifa. Se verrà giudicato idoneo per sconfiggere il virus e far ripartire l’economia credo che debba essere valutato senza pregiudizi”. Ed a proposito degli scontri di piazza, commenta: “Chiunque avverta incertezza sul futuro ha ragione di esprimere la sua preoccupazione. Ciò che trovo ingiustificabile è una certa politica che invece di provare a risolvere i problemi li cavalca, soffiando sulla paura delle persone”.