Non c’è ancora quel feeling sperato tra le Associazioni di categoria del commercio e il Governo. Al centro delle tensioni le cifre ritenute insufficienti a sostegno delle imprese e le chiusure a ripetizione che bloccano ogni ipotesi di ripresa. L’attesa sulle decisioni del Governo è terminata e sono cadute anche le speranze di un allentamento di nuovi blocchi per numerosi settori commerciali. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha approvato il nuovo decreto con le norme anti Covid che entrerà in vigore mercoledì 7 aprile. E non c’è alcun spiraglio di allentamento, – come auspicato da Confcommercio -, con l’unica concessione sui dati, se miglioreranno, se i contagi rallenteranno, allora potranno esserci deroghe per ripristinare le zone gialle. Critico il commento di Confcommercio. “Si conferma il ricorso al ‘più chiusure’ con i suoi ormai insostenibili costi economici e sociali, mentre ancora stenta il decollo operativo del circuito vaccini, tracciamenti, controlli”, sottolinea la Confederazione dei commercianti, “sono a rischio centinaia di migliaia di imprese con ripercussioni gravissime per i posti di lavoro. Nel 2020, i consumi sono crollati di circa 130 miliardi di euro. In questa Pasqua, ne andranno persi circa 15. Sono cifre che confermano l’assoluta insufficienza di ristori e sostegni: di quelli erogati e di quelli ancora attesi”.
OCCORRE UNA SVOLTA
La Confcommercio, reclama “una svolta prima che sia troppo tardi per dare certezze e futuro alle imprese”. Questa, “attesa da tempo” ma che “ancora non si vede”, deve essere “fondata sulla riapertura graduale e al più presto delle attività, in piena sicurezza con i protocolli già esistenti”. Altrettanto preoccupato il giudizio del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli che ricorda come la situazione si faccia di giorno in giorno più difficile.
“Le imprese del terziario sono di fronte a una situazione estrema: sostegni del tutto insufficienti, mentre le prospettive restano un miraggio”, sottolinea Sangalli che teme il progressivo sfaldamento di quella coesione che finora i commercianti hanno mantenuto, “Il nuovo decreto, infatti, prevede per tutto aprile solo zone rosse o arancioni salvo deroghe. Servono, invece, subito riaperture progressive e in sicurezza. Serve soprattutto”, conclude il leader dei commercianti, “prima che sia troppo tardi, la svolta tanto attesa del governo Draghi che ancora non si vede”.