Regioni che vai problemi che trovi. Se c’è un aspetto che la pandemia ha mostrato è la fragilità del rapporto tra Stato e Regioni, dove queste ultime per ragioni diverse, alcune comprensibili, si muovono in modo difforme. In mezzo i cittadini che nel caso della somministrazione dei vaccini seguono indicazioni diverse, tanto diverse da essere contrastanti tra loro.
Caos nelle prenotazioni
Lo rileva con una punta di preoccupazione Cittadinanzattiva. “Le differenze sono già evidenti nelle modalità di prenotazione dei vaccini”, osserva Anna Lisa Mandorino, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva, “in alcune regioni si chiede ai cittadini di registrarsi tramite i portali regionali, in altre sono le Asl a fare le chiamate dirette per la vaccinazione, e gli ulteriori cambiamenti in corsa nelle modalità di prenotazione creano una grande confusione nei cittadini”.
Regioni a velocità differenti
L’associazione tra il 15 e il 17 marzo, ha messo a confronto le informazioni che vengono fornite tramite i siti web delle Regioni ai cittadini. Soprattutto le modalità di prenotazione del vaccino e alle categorie che possono accedervi. I risultati sono messi in evidenza e mostrano le differenze. In Calabria, ad esempio, si è passati da un sistema di prenotazione basato sulle chiamate dirette da parte delle Asl ad un sistema di prenotazione online a seguito di un accordo con la piattaforma creata da Poste Italiane; oppure alla Liguria, dove i medici di famiglia sono stati all’oscuro sulle modalità di prenotazione dei soggetti fragili fino al giorno dell’apertura delle stesse; o ancora alla Basilicata, dove non è ancora stato redatto un piano vaccinale aggiornato a quello nazionale. “Tutto questo”, sottolinea Cittadinanzattiva, “assieme al perdurare dei problemi di rifornimento dei vaccini tutt’ora non risolti, ha portato le regioni a viaggiare a diverse velocità, con alcune di esse ancora ferme alle categorie della cosiddetta “Fase 1” – ossia personale sanitario e cittadini di età superiore agli 80 anni di età -, come Lombardia e Basilicata, e altre che hanno iniziato la “Fase 2” – ossia quella degli over-60 e over-70, forze dell’ordine e personale delle scuole -, come il Lazio, creando ulteriori disagi ai cittadini in attesa di potersi prenotare”.
Categorie fragili
Stesso discorso per le categorie “fragili”: anche in questo caso, segnala Cittadinanzattiva, le Regioni stanno procedendo in ordine sparso con modalità di prenotazione addirittura diverse rispetto alle altre categorie. Nel Lazio e in Liguria, ad esempio, i pazienti oncologici non possono prenotarsi direttamente ma per poter effettuare il vaccino devono essere segnalati dal proprio medico di famiglia o dal centro che li ha in cura.
“In questi giorni riceviamo molte richieste di informazioni”, osserva la vice segretaria generale di Cittadinanzattiva, “da parte dei cittadini relative alla sicurezza dei vaccini ma anche alle modalità di prenotazione e alla tipologia di vaccino che verrà somministrato. In una fase così delicata, il tema della comunicazione nei confronti dei cittadini, dell’accesso e della trasparenza, ci sembrano prioritari affinché la campagna vaccinale, già fortemente minata da ritardi, diseguaglianze e messaggi contraddittori, possa finalmente decollare”. Per l’associazione l’obiettivo dovrà essere quello di centralizzare la campagna dei vaccini, in modo da non disorientatevi cittadini e reverite più snello il percorso.
“Auspichiamo per questo che, ad una gestione più centralizzata del piano vaccinale, si affianchi anche una gestione più omogenea su tutto il territorio nazionale delle prenotazioni”, spera Anna Lisa Mandorino, che auspica una svolta, “Occorre che le Regioni si dotino di un sistema di prenotazione chiaro, immediato e di facile fruizione, e siano resi operativi su tutto il territorio nazionale gli accordi con i medici di famiglia, i pediatri e le farmacie per quanto concerne la somministrazione delle dosi. Infine, occorrono criteri più chiari relativi alle dosi di vaccino ancora residue a fine giornata poiché anche in questo ambito ci sono grandi diversità non solo da regione a regione ma anche tra i diversi punti di somministrazione in una stessa città. L’ordinanza del Commissario straordinario Figliuolo – che esplicita che non possono essere sprecate le dosi – è sicuramente un primo passo”, conclude Cittadinanzattiva, “ma occorrono criteri più stringenti ed omogenei per individuare le persone da contattare per non mandare sprecate le dosi”.